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CONTAMINAZIONE SOLIDA OLIO IDRAULICO: COS’È E COSA FARE

Un filtraggio accurato che ci preservi dalla contaminazione solida, può rappresentare un autentico salvavita per il nostro sistema.

CONTAMINAZIONE SOLIDA OLIO IDRAULICO: COS’È E COSA FARE

Contaminazione solida olio idraulico: che cos’è, perché avviene e cosa fare per prevenirla o porvi rimedio.

Secondo indagini indipendenti su sistemi con oli idraulici e lubrificanti, circa l’80% dei costi di riparazione e manutenzione è riconducibile alla contaminazione dei liquidi di esercizio.

Focalizzandoci in particolare sulla contaminazione solida, possiamo dire che è la causa più frequente di guasti e anomalie nel sistema di lubrificazione.

Ma è possibile evitare la contaminazione di particelle solide? E come si verifica? Ebbene, purtroppo non è possibile evitarla completamente, tuttavia la si può (e la si dovrebbe) limitare. I contaminanti solidi sono soprattutto particelle di polvere, metalli, plastiche e sabbia che giungono dall’esterno nel sistema di lubrificazione o che possono formarsi anche all’interno del sistema stesso.

La produzione di componenti, il montaggio, le procedure di rabbocco, le pratiche di manutenzione e riparazione, l’ambiente esterno, la ventilazione, ma anche l’esercizio stesso (l’usura di prodotti di reazione dovuti per esempio a processi di combustione) possono produrre contaminazione solida dell’olio idraulico e perfino olio nuovo può contenere fino a 100 ml di particolato per fusto da 200 litri.

Alcune misurazioni come il test MacPherson hanno dimostrato che sono soprattutto le particelle più piccole di 5 micron (1 micron = 1/1000 mm) ad avere un effetto dannoso sui componenti del sistema, e proprio la concentrazione di tali particelle sottili nell’olio è spesso piuttosto elevata.

Le particelle simili al meato provocano l’usura e di conseguenza guasti alla macchina: già alcune particelle abrasive molto piccole (quali sabbia o polvere) che vengono trasportate dall’olio ai componenti critici della macchina possono restare incastrate nello spazio ristretto tra le parti mobili, formando delle microfratture superficiali che si dilatano ulteriormente in presenza di sollecitazione provocando asportazione del materiale e frattura comminuta (abrasione, usura da fatica).

Il test di MacPherson, effettuato su 10 cuscinetti a sfera, ha dimostrato che quando il lubrificante viene sollecitato in modo controllato con l’attrito provocato da un ingranaggio, e sottoponendo a test i filtri con varie unità filtranti, la rimozione di particelle minori o uguali di 10 micron fa raddoppiare la durata del cuscinetto, mentre la rimozione di particelle minori o uguali a 3 micron la prolunga di quasi 6 volte.

Un filtraggio accurato che ci preservi dalla contaminazione solida, insomma, può rappresentare un autentico salvavita per il nostro sistema.

Le conseguenze della contaminazione solida dell’olio idraulico sono infatti di vario tipo, ma sempre (e inevitabilmente) dannose. Alcune contaminazioni alterano la proprietà dell’olio compromettendone le caratteristiche di trasmissione di energia o forza, la capacità lubrificante, la potenza refrigerante, la protezione dalla corrosione e dall’usura, la proprietà di separazione dell’acqua e dell’aria. Altre contaminazioni accelerano l’invecchiamento dell’olio e il consumo di additivi.

Le tipologie di usura più comuni provocate dalla presenza di particelle nell’olio sono l’effetto sabbiatura (quando cioè le particelle sottili presenti negli oli che scorrono rapidamente si posano sulle superfici o sui bordi di controllo provocando la rottura di altri componenti), l’abrasione (quando le particelle dure tra parti mobili danneggiano la superficie con conseguente perdita di materiale), l’usura da fatica (le particelle dure si incastrano tra le parti mobili formando delle microfratture superficiali che in presenza di sollecitazione si allargano e provocano dei guasti in superficie), la decomposizione dell’additivo e invecchiamento dell’olio (la quantità elevata di particelle riduce il contenuto di additivo. In particolare le particelle provocate dall’usura del ferro, del rame e dell’alluminio accelerano l’invecchiamento o la disgregazione dell’olio e, come già anticipato, entrambe le situazioni influiscono sulle proprietà e sulla durata dell’olio, scatenando una reazione a catena in termini di usura).

Insomma, le ricadute sul nostro sistema possono essere disastrose, e non soltanto perché la durata dell’olio si riduce e sono necessarie frequenti sostituzioni dello stesso. L’usura dei componenti, infatti, aumenta, provocando gravi danni tra cui guasti improvvisi, fermi macchina e cali produttivi a seguire.

Oltre ai nostri disagi produttivi ed economici, dobbiamo poi considerare anche l’incidenza ambientale, con spreco di risorse dovute all’aumentato fabbisogno di olio nuovo, pezzi di ricambio e mezzi di esercizio, e tutto questo senza considerare lo spreco energetico dovuto alla nuova produzione e l’aumento di emissioni di anidride carbonica, visto che per lo smaltimento termico di un litro di olio esausto si formano circa 2,6 Kg di gas serra nocivi.

Come scongiurare questo disastro economico e ambientale? Vi illustreremo ora quali sono le principali misure preventive per contrastare l’aumento delle contaminazioni (e dunque anche gli effetti negativi).

Oltre ovviamente a minimizzare la presenza delle contaminazioni stesse nel sistema di lubrificazione, ecco alcuni suggerimenti fondamentali:

- Conservazione dell’olio in contenitori chiusi e in ambienti idonei.

- Lavaggio del sistema di lubrificazione prima della messa in funzione.

- Filtrazione accurata dell’olio nuovo prima del riempimento nel sistema, giacché l’olio nuovo spesso non soddisfa la purezza dell’olio richiesta. A tal proposito consigliamo una finezza del filtro pari a 2 micron.

- Controllo di pulizia, in fase di installazione e sostituzione, dei componenti macchina.

- Individuazione delle potenziali fonti di contaminazione quali, per esempio, perdite, mancanza di tenuta e ventilazioni dei serbatoi senza filtro.

- In caso di passaggio all’uso di un altro tipo di olio, consigliamo lo svuotamento, il lavaggio e la pulizia accurata del sistema di lubrificazione e del serbatoio.

Una volta che i contaminanti sono giunti nel sistema di lubrificazione, possono essere rimossi soltanto tramite un metodo efficace per la cura dell’olio.

In quanto specialista in filtrazione, GFT dispone di diverse macchine filtranti a seconda della grandezza del serbatoio d’olio da filtrare: le più richieste sono per serbatoi da 100 a 6.000 litri, ma è parimenti in grado di progettare su richiesta sistemi ad hoc per serbatoi dalla capienza superiore.

Si consiglia innanzitutto di prenotare una analisi preliminare, da effettuarsi in loco, in modo da realizzare un primo screening delle problematiche mediante le strumentazioni specifiche per le analisi del fluido.

Vi segnaliamo inoltre che GFT, in partnership con diversi laboratori certificati, è inoltre disponibile a effettuare analisi chimiche super partes su qualunque tipologia di olio idraulico o acqua-glicole ed è specializzato anche nella revisione o riparazione di qualsiasi tipo di pompa oleodinamica per il settore industriale e mobile (con ricambi originali).

Per un consulto sui sistemi di filtrazione più efficaci, contattate GFT al 349/596.596.7 o chiedete aiuto tramite il modulo contatto.

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