NEBBIE OLEOSE: PROTEZIONE PER LAVORATORI E MACCHINE CNC

Nebbie oleose: si tratta di minuscole particelle di olio sospese nell'aria create da processi industriali che utilizzano fluidi lubrorefrigeranti a base oleosa durante le lavorazioni meccaniche.

L'energia prodotta da operazioni come tornitura e fresatura, ad esempio, vaporizza piccole quantità di questi fluidi, che si aggregano in sospensioni di particelle dando origine a nebbie più o meno visibili negli ambienti di lavoro.

Queste nebbie oleose non solo possono essere facilmente inalate, ma si depositano inevitabilmente sulle superfici, sui macchinari e sul pavimento, creando rischi per la salute degli operatori, danneggiando le attrezzature, aumentando il rischio di incendi e il pericolo di incidenti sul lavoro.

Ovviamente l’aspetto più preoccupante resta il rischio significativo per la salute umana, dato che inalare nebbie oleose può provocare problemi respiratori, dermatologici, oculari e, in casi di esposizione prolungata, può persino aumentare significativamente il rischio di sviluppare malattie gravi, come patologie respiratorie croniche o addirittura tumorali.

Gli enti preposti all’individuazione dei valori limite, come l'OSHA (Occupational Safety and Health Administration), il NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health) e l'ACGIH (American Conference of Industrial Hygienists), hanno svolto numerosi studi sulla questione dell'inalazione dei fumi provenienti dalle macchine utensili, identificando la maggior parte degli oli e delle nebbie generate come nocivi e potenzialmente cancerogeni per l'essere umano.

Dal 1967, il NIOSH monitora i rischi per la salute dei lavoratori nelle industrie che utilizzano fluidi lubrorefrigeranti, evidenziando la vasta gamma di malattie e disagi causati da una filtrazione inadeguata o assente dei fumi delle macchine utensili. Per prevenire i danni derivanti dalla presenza di nebbie oleose non controllate, la legislazione impone misure rigorose per scongiurarne il rilascio, come il Decreto Legislativo 81/2008, che regola la gestione di polveri e nebbie nei luoghi di lavoro.

Oltre ai rischi per la salute, le nebbie oleose possono inoltre causare problemi di sicurezza, aumentando il rischio di incendi se in presenza di scintille all’interno della nebbia d'olio, e rendendo superfici e pavimentazioni scivolose, incrementando così il pericolo di infortuni sul lavoro. In ultimo è bene considerare che nebbie e polveri tendono ad accumularsi nelle aree critiche delle macchine, come pannelli elettrici e centri di controllo CNC, causando nel tempo usura, malfunzionamenti e guasti.

Per questi motivi è fondamentale utilizzare sistemi di ventilazione e filtrazione efficaci per contenere la concentrazione di nebbie oleose.

Tuttavia, è bene considerare che la filtrazione dell’aria e il contenimento delle nebbie d’olio presentano anche altri vantaggi collaterali, primo tra tutti, l’abbattimento dei costi di servizio grazie al riciclo dell'aria trattata. Durante l'inverno, infatti, l'aria riscaldata può essere purificata e reintrodotta nell'ambiente, riducendo così la necessità di produrre nuova aria calda, e lo stesso può avvenire in estate con l'aria raffreddata.

Questo processo diminuisce il fabbisogno energetico per il riscaldamento o il raffreddamento degli ambienti, portando a un significativo risparmio sui costi energetici. Ultimo, ma non meno importante, il fattore di protezione ambientale: grazie ai sistemi di filtrazione, le particelle inquinanti vengono intrappolate e smaltite correttamente, riducendo così il rischio di contaminazione ambientale.

Ricapitolando: al netto degli obblighi di legge, ecco i vantaggi della filtrazione dell’aria e dell’abbattimento delle nebbie oleose negli ambienti industriali:

1) Salute e sicurezza: ambienti di lavoro più salubri e sicuri grazie alla purificazione dell’aria aumentano la produttività dei lavoratori, riducendo i rischi di malattia e dimostrando la responsabilità etica dell’azienda.

2) Protezione delle macchine utensili: nebbie e polveri non si accumulano più nelle aree critiche dei macchinari, riducendo i costi di manutenzione e assicurando così una lunga vita operativa. Inoltre, non si depositano più sulle superfici, diminuendo anche il rischio di infortuni sul lavoro.

3) Riduzione del rischio di incendi: un ambiente senza nebbie è meno soggetto al rischio di incendi, evitando quindi danni, perdite e pericoli più o meno gravi.

4) Riduzione dei costi di servizio: l'utilizzo di sistemi di depurazione può consentire il riciclo di aria riscaldata o raffreddata, risparmiando energia e riducendo il costo di climatizzazione degli ambienti.

5) Protezione ambientale: polveri e sostanze inquinanti non vengono più rilasciate in modo incontrollato nell’ambiente, evitando così il rilascio di inquinanti deleteri per il nostro ecosistema.

Quindi: come proteggere efficacemente operatori e macchine CNC dalle nebbie oleose?

GFT - Global Filtration Technology è orgogliosa di proporre ai suoi assistiti le soluzioni a marchio Sei Filtration, azienda italiana produttrice di depuratori industriali per inquinanti atmosferici: nebbie oleose, fumi e polveri contaminanti.
Sei Filtration è tra le poche aziende nel settore della filtrazione aria a produrre una serie completa di apparecchiature progettate per ottimizzare e migliorare il ciclo produttivo della macchina utensile, eliminando nebbie oleose, fumi combusti e polveri secche: dagli aspiratori meccanici ed elettrostatici a bordo macchina fino a sistemi centralizzati.

Partner ideale per la fornitura di sistemi periferici idonei alla gestione del processo di refrigerazione e filtrazione per la macchina utensile, Sei Filtration gestisce internamente il processo di ricerca e sviluppo con indubbi vantaggi in termini di flessibilità, ed è pertanto il partner ideale per chi, come GFT - Global Filtration Technology, non proponga solamente macchinari standard, ma sia anche in grado di soddisfare la richiesta di soluzioni studiate e realizzate su misura per le applicazioni e i settori più diversi.

Per maggiori informazioni sui migliori dispositivi per l’abbattimento delle nebbie oleose e per tutti dati tecnici, non esitate a chiedere consiglio agli specialisti GFT - Global Filtration Technology, rivenditori autorizzati degli abbattitori nebbie e relativi filtri di ricambio a marchio Sei Filtration, al 349 5965967 e tramite modulo contatti,

State cercando filtri completi e cartucce di ricambio per CNC?
A questo link trovate l’elenco di costruttori per i quali disponiamo di cartucce alternative.

Combustibile bunker: innovazione in campionamento & stoccaggio

Combustibile bunker ad un punto di svolta: l'industria marittima, divisa tra la domanda di un uso efficiente e le rigorose normative ambientali, vede aumentare esponenzialmente l’importanza della qualità del combustibile bunker. Nel settore navale, il termine "combustibile bunker" identifica il carburante impiegato per alimentare i motori principali e ausiliari delle navi. Generalmente costituito da oli combustibili pesanti, ottenuti dalla raffinazione del greggio, presenta caratteristiche specifiche variabili a seconda del tipo di imbarcazione e delle vigenti normative antinquinamento. Il processo di rifornimento di questo carburante è noto come "bunkeraggio".

La qualità del combustibile bunker è determinante per l'efficienza del motore, le performance operative e l'adempimento alle regolamentazioni sulle emissioni ed è pertanto soggetta a un quadro sempre più stringente di standard globali volti a ridurre l'impatto ambientale del settore.

Con l'introduzione da parte dell'Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) di standard sulle emissioni più rigorosi, l'importanza della qualità del combustibile bunker non è mai stata così marcata.

Che cosa comporta questo scenario? L’adozione di tecniche avanzate di campionamento e collaudo dei combustibili bunker non è più opzionale: diventa imperativo garantire che i carburanti che alimentano le flotte siano non solo efficienti, ma anche conformi ai più recenti mandati ambientali.

Se in passato il settore marittimo si è affidato a metodi tradizionali per il campionamento e l’analisi dei combustibili bunker, oggi certe metodiche sono considerate inadeguate per le complesse miscele di carburanti e per le esigenze dettate dalle normative odierne. Il campionamento del combustibile bunker tradizionalmente effettuato a goccia (metodo continuo o a intervalli), ad esempio, si è rivelato semplice quanto impreciso: la gravità, infatti, altera il campione*, gli operatori rischiano incidenti, le discrepanze portano a contenziosi tra fornitori e armatori, mentre la mancanza di uniformità nei processi origina inefficienza dal punto di vista di tempo e risorse.

Analizzare con precisione un carburante bunker è fondamentale, perché un carburante di scarsa qualità si traduce in emissioni più elevate, contribuendo all'inquinamento atmosferico e creando rischi per l’ambiente (marino e non solo). Mentre per quanto riguarda le prestazioni del motore, un carburante scadente può causare problemi come cattiva combustione, accumulo di depositi e usura eccessiva. Queste criticità non solo richiedono manutenzioni e riparazioni più frequenti, ma possono anche portare a guasti del motore, creando rischi per la sicurezza e l’affidabilità delle navi.

Al contrario delle tecniche tradizionali, tecnologie innovative come il campionamento automatico e in linea, con l'ausilio dell'Internet of Things e della digitalizzazione, garantiscono precisione, trasparenza e sicurezza nella gestione della qualità del carburante. L'impiego di metodologie avanzate di analisi (kit portatili, spettroscopia, marcatori genetici, intelligenza artificiale) velocizza e migliora l'accuratezza delle verifiche qualitative.

L'adozione di queste innovazioni è cruciale per la conformità ambientale e l'efficienza del settore navale. La limitazione delle tecniche tradizionali, unita a un aumento della consapevolezza ambientale e all'avvento di nuove normative, come il limite di zolfo IMO 2020 (che limita il contenuto di zolfo nel combustibile marino a 0,50% di zolfo in massa (m/m), rispetto al precedente limite dello 3,50%), ha stimolato un'innovazione significativa nel modo in cui il combustibile bunker viene campionato e analizzato.

Dalle tecnologie all'avanguardia che automatizzano il processo di campionamento fino alle metodologie di analisi sofisticate in grado di identificare un ampio spettro di contaminanti, il settore sta assistendo a un autentico cambio di passo.

Approfondendo le specifiche di queste innovazioni, diventa chiaro che il futuro della conformità energetica marittima dipende dalla nostra capacità di abbracciare e implementare queste tecniche avanzate di campionamento e analisi, ed è per questo che oggi vorremmo proporvi una soluzione all’avanguardia, leggera, affidabile e facile da usare per il campionamento del combustibile bunker.

Ancora una volta è il nostro partner internazionale Parker ad offrire una risposta completa e professionale, in questo caso per la campionatura del combustibile bunker.

Infatti, è dal 19 maggio 2005, data di implementazione della legislazione IMO MARPOL 73/78 Allegato VI, che le navi di tutto il mondo utilizzano le apparecchiature Parker Kittiwake: una gamma completa di campionatori in linea e accessori per il campionamento bunker, flaconi per campioni e materiali di consumo, oltre a un sistema di stoccaggio certificato Germanischer Lloyd.

I campionatori bunker sono leggeri e facili da usare, comprensivi di anelli di giunzione, disponibili in tutte le dimensioni, completi di accessori e materiali di consumo.

Progettati per fornire un campione rappresentativo dell'intera fornitura di carburante, tutti i prodotti sono realizzati in acciaio inossidabile e conformi agli standard ISO 3170, BS 3195, ASTM D 4057 e ISO TR 13729, nonché alla procedura di bunkeraggio di Singapore.

A completare l’offerta, vi è poi il Sistema di stoccaggio campioni bunker realizzato sempre da Parker Kittiwake e certificato da Germanischer Lloyd: un'unità completamente autonoma che fornisce tutto il necessario per rispettare il prelievo, la conservazione e lo stoccaggio dei campioni di combustibile bunker in conformità con i regolamenti IMO MARPOL 73/78 Allegato VI.

Il Sistema comprende un armadio bloccabile in acciaio con contenitori per la raccolta di carburante, flaconi per campioni, tappi antimanomissione, etichette adesive, un dispositivo di campionamento e prelievo, un raccordo a gomito, un dispositivo di blocco e sigilli antimanomissione per la valvola, un termometro digitale, un registro di bordo e un CD con istruzioni complete per il campionamento del combustibile bunker.

Tutti i campioni possono così essere raccolti in maniera impeccabile, sigillati e conservati in un luogo sicuro e protetto: pronti in ogni momento per un'ispezione immediata da parte delle autorità portuali, ove richiesto.

Il registro dei campioni bunker consente al comandante di mantenere un sistema di tracciamento dei campioni semplice ed efficace.

Per tutte le specifiche tecniche e per maggiori informazioni sui migliori dispositivi per il campionamento del combustibile bunker, non esitate a chiedere consiglio agli esperti tecnici GFT - Global Filtration Technology, rivenditori autorizzati Parker, telefonando al 349 5965967 o tramite modulo contatti.

Se vi può interessare un kit per controllare lo stato dell’olio motore sul posto (anche in mare aperto, ovviamente!), senza ricorrere alle analisi di laboratori sulla terraferma, la pagina dedicata alla valigetta DIGI Plus TBN KIT di Parker è quello che fa per voi!

*Nel campionamento tradizionale a goccia, prelevando il carburante sempre a una profondità specifica, il campione diviene rappresentativo solo di quello specifico strato di profondità, dato che il combustibile, essendo una miscela di diverse componenti con densità e viscosità variabili, non si distribuisce in modo omogeneo: componenti più pesanti tendono a sedimentare sul fondo, mentre quelle più leggere restano in superficie. Il campionamento in linea risolve il problema della distorsione gravitazionale prelevando il campione direttamente dalla linea di flusso del combustibile, durante il trasferimento. Questo significa che il campione viene raccolto mentre il carburante è in movimento, prima che la sedimentazione per gravità possa separare le diverse componenti in base alla loro densità.

Trattamento aria compressa: al bando liquidi e impurità

Trattamento aria compressa: un passaggio necessario per preservare processi produttivi e attrezzature, certamente, ma anche un obbligo di legge.

Ma facciamo un passo indietro: l’aria compressa è essenziale per molti settori, tanto da essere considerata la “quarta utenza” accanto ad acqua, elettricità e gas. Tuttavia, a differenza di queste tre, l’aria compressa non può essere comprata da un distributore, ma gli utenti devono produrla autonomamente, garantendone al contempo purezza e qualità.

Anche se sarebbe intuitivo credere che l’aria che respiriamo sia, per sua stessa natura, adatta ai nostri processi industriali come lo è per i nostri stessi polmoni, in realtà le cose non stanno affatto così.

L’aria ambientale, una volta compressa, amplifica impurità e umidità già presenti, rischiando così di danneggiare attrezzature a valle e prodotti finali. Ebbene sì: come l’acqua non trattata non è idonea per alimenti o farmaci, così l’aria compressa che non viene trattata può compromettere standard estetici (in trattamenti come la verniciatura, ad esempio, dove i contaminanti creano dei rigonfiamenti) come pure qualitativi (di farmaci, di alimenti, di prodotti di elettronica ecc ecc) in moltissimi processi industriali.

Normative specifiche, come ad esempio nel settore alimentare o farmaceutico, ne obbligano l’utilizzatore al trattamento, proprio per evitare contaminazioni e preservare la qualità del prodotto, ma parimenti molte applicazioni non vincolate dalla legge lo sono però, di fatto, a livello pratico. È dunque essenziale conoscere i requisiti richiesti e adottare soluzioni adeguate al fine di mantenere elevati standard operativi, tuttavia…. per molte realtà, non è così semplice tradurre le direttive in azioni concrete.

Questa difficoltà nasce dalla natura stessa della materia: la filtrazione, in tutte le sue declinazioni e così quindi pure la separazione di contaminanti dall’aria compressa, resta una materia insidiosa, con un discreto margine di divergenza tra princìpi, dati e teorie e la pratica, tanto che spesso è soltanto l’esperienza (dello specialista, del progettista, del brand che realizza strumenti dedicati) a rendere un’unità filtrante, come pure un separatore centrifugo, efficiente e durevole oppure parzialmente inefficace e quindi transitorio.

Restando sulla teoria, infatti, dovete sapere che l’aria compressa non trattata contiene un minimo di dieci contaminanti, che devono essere trattati affinché il sistema funzioni in modo sicuro, efficiente ed economico. L’acqua e, sebbene in misura minore, anche l’olio sono presenti in tutti i sistemi di aria compressa, e questi liquidi rappresentano generalmente solo il primo dei dieci contaminanti da trattare! Ma non è finita qui: spesso acqua e olio si combinano tra loro formando un fango aggressivo, oleoso e acido, che causa problemi come la corrosione delle tubazioni, danni permanenti a valvole, cilindri, utensili pneumatici, macchinari e la riduzione dell’efficacia di postrefrigeratori e scambiatori di calore.

È proprio qui che entra in scena l’esperienza di cui vi abbiamo parlato poc’anzi: la conoscenza maturata sul campo, nell’ambito della filtrazione e applicata un po’ in tutti i settori industriali e a tutti i passaggi produttivi. Quella stessa passione e competenza che ci ha legati, fin dal principio, al nostro partner internazionale d’eccellenza, Parker, che da sempre produce le cartucce per le nostre stesse unità filtranti a marchio GFT - Global Filtration Technology.

I separatori ad alta efficienza Parker, dei quali ci fregiamo di essere rivenditori autorizzati, infatti, sono stati progettati espressamente per l’uso con inter/postrefrigeratori per compressori d’aria o per la protezione dei filtri a coalescenza da una forte contaminazione di liquidi, concretizzando il perfetto equilibrio tra qualità dell’aria ed efficienza energetica, e fornendo così massima efficienza di separazione a costi operativi minimi.

I separatori Hypersep STH ed SFH di Parker sono molto compatti e facili da installare e vengono offerti con una gamma completa di attacchi filettati e flangiati. Non necessitano di una fonte di alimentazione esterna e funzionano automaticamente, per giunta senza alcuna necessità di manutenzione, rimuovendo non solo acqua e olio, ma anche ruggine e altre impurità, migliorando così significativamente le prestazioni dei filtri, degli altri componenti del sistema d’aria compressa e di eventuali altre apparecchiature a valle. Tutti i modelli filettati in alluminio presentano l’esclusivo trattamento di protezione superficiale Hiroshield, applicato sia all’interno che all’esterno, che garantisce ai separatori Hypersep un’elevata resistenza anche alle condizioni industriali più estreme, per una riduzione della manutenzione e dei tempi di inattività. La configurazione a basse perdite di Hypersep mantiene inoltre i costi energetici del sistema sempre al minimo. I separatori ad alta pressione esercitano una pressione massima pari a 40 bar(g)* presentano un corpo in acciaio inossidabile, sono configurabili sia orizzontalmente che verticalmente per un flusso d’aria dall’alto o dal basso. Tutti i modelli sono certificati PED.


Per un dettaglio di prestazioni e specifiche tecniche 
dei separatori d’acqua centrifughi Parker per la separazione di acqua, olio e altre impurità dall’aria compressa, non esitate a chiedere consiglio agli esperti tecnici GFT - Global Filtration Technology telefonando al 349 5965967 oppure tramite modulo contatti.

P.S: L’acqua non è un problema solo nell’aria compressa, ma anche in ogni tipo di olio, sia esso idraulico, lubrificante o carburante. Se volete saperne di più su questo argomento, leggete questo articolo dedicato alla rimozione dell’acqua dall’olio.

*Bar(g) indica la pressione in Bar al di sopra della pressione ambientale o atmosferica.

Settore navale: monitorare l’olio motore a bordo

Settore navale: come analizzare lo stato dell’olio motore sulle grosse imbarcazioni al largo? La risposta rapida, economica e affidabile arriva da Parker, partner internazionale d’eccellenza nonché punto di riferimento per i filtri dei nostri stessi macchinari a marchio GFT- Global Filtration Technology.

Da sempre collaboriamo con Parker perché esigiamo il meglio per le nostre unità filtranti, ma è un vero piacere per noi promuovere e utilizzare prodotti innovativi, intuitivi ed efficaci per il monitoraggio in sito delle condizioni dei fluidi lubrificanti, come il kit per l’analisi dell’olio motore, che permette il monitoraggio in qualunque momento senza dover spedire campioni a un laboratorio esterno.

Parliamo di DIGI Plus TBN KIT: un set completo per l’analisi dell'olio che può essere utilizzato in loco per misurare e monitorare il numero di base totale (TBN) dell’olio motore. Come forse già saprete, un elevato TBN (acronimo di Total Base Number) è indice di alto livello di protezione contro la corrosione, perché quanto più alto è il suo valore, maggiore sarà la quantità di acidi che può essere neutralizzata dall'olio, proteggendo così i componenti del motore dalla corrosione. Un adeguato monitoraggio del TBN non solo contribuisce a ottimizzare le prestazioni del motore, ma è fondamentale per prevenire incrostazioni e usura dei componenti che porterebbero a malfunzionamenti e guasti. Chiaramente, quello che sulla terra ferma potrebbe essere un’eventualità spiacevole di fermo macchina dovuto all’usura delle componenti meccaniche, risolvibile (forse) con un cospicuo investimento di riparazione, in mare aperto può facilmente tradursi in pericolo. Anche i motori navali, infatti, nonostante le loro colossali dimensioni (che, nel caso del motore Diesel a due tempi, possono arrivare fino a 12 metri in verticale, per un ingombro totale superiore ai 20 m!) presentano le stesse criticità dei motori più piccoli.

Lo sporco, la polvere e l’umidità entrano dall’esterno attraverso sfiati d’aria non efficienti o guarnizioni usurate, ma i contaminanti possono provenire anche dall’interno stesso del sistema, dai processi di lavorazione e assemblaggio, e perfino il fluido originale può contenerne, spesso a causa dell’attrito e del calore. Nessun motore, grande o piccolo che sia, è quindi esente da questo tipo di criticità: quello che cambia è il contesto che, nel caso dei motori marini, può rendere un’eventualità di guasto ancora più delicata e il controllo immediato una necessità inderogabile. Ma dove non vi è possibilità di far analizzare da un laboratorio esterno la qualità dell’olio motore, ecco che arriva in aiuto il kit DIGI Plus TBN di Parker: semplice da usare, economico (ancor più se raffrontato ai danni che previene!), dai risultati rapidi e precisi.

Già pronti all'uso all’interno di robuste custodie in alluminio o in resistente ABS per l'utilizzo in ambienti difficili o remoti, i kit di test multiparametrici Parker contengono tutte le attrezzature necessarie per il monitoraggio delle condizioni dell'olio. La durata del test TBN? Un paio di minuti appena, fondamentali però per prendere decisioni consapevoli sulla manutenzione in loco e intervenire prima dell'insorgenza di un guasto critico. La possibilità di eseguire test sul luogo di utilizzo consente di condurre analisi dell'olio in modo rapido e semplice rilevando potenziali problemi prima che diventino pericolosi. Il test misura la riserva alcalina e quindi la capacità di neutralizzare acidi da combustione e contaminanti da usura cronica di cilindri e pistoni, fornendo un’analisi digitale all'avanguardia e risultati rapidi e accurati per un monitoraggio approfondito delle tendenze.

Il Kit vanta una memoria di 10 tipi di olio / 50 SPID’s (Sample Point Identification) e una durata della batteria in uso pari a 5 ore continue o a 50 test, a seconda dell'evento che si verifica per primo.

La durata complessiva è pari a circa 500 cicli di carica oppure 3 anni (anche qui, a seconda dell'utilizzo).

È indicato solo per i grandi motori navali? Potenzialmente si tratta di uno strumento ideale per la manutenzione di qualsiasi motore marino o industriale, quindi non solo per i grossi motori navali, ma anche per quelli di imbarcazioni da diporto munite di motore come yatch, motoscafi e veicoli industriali pesanti quali camion o mezzi da escavazione o perforazione. Ovunque ci sia la necessità di controllare lo stato dell’olio motore sul posto, senza ricorrere alle analisi di laboratori sulla terraferma, il Kit di Parker offre una risposta professionale e affidabile.

Dove reperire le valigette DIGI Plus TBN KIT di Parker?
A chi chiedere maggiori informazioni?

Non abbiate riserve nel rivolgervi a GFT - Global Filtration Technology che ne è distributore autorizzato. Gli esperti tecnici GFT, specialisti in strumentazioni per l’analisi da campo e filtrazione, sono disponibili a rispondere alle vostre domande al 349 5965967 e tramite modulo di contatto.

Filtrazione magnetica: intercettare i residui ferromagnetici

FILTRAZIONE MAGNETICA: APPLICAZIONI
Filtrazione magnetica: ottima come pre-filtrazione di un fluido molto inquinato dai residui prodotti dall’usura dei macchinari (come l’olio trasmissione, olio ingranaggi e olio lubrorefrigerante), ma non solo.

Questo speciale metodo di filtrazione viene anche utilizzato in ambito medico per separare particelle magnetiche in alcune procedure diagnostiche; nell’industria farmaceutica, in quella alimentare e delle bevande per garantire la purezza dei prodotti; ma anche nelle HPU (Hydraulic Power Unit) dei sistemi di controllo sottomarini, nei quali il fluido idraulico glicole a base acquosa deve mantenere uno standard di pulizia NAS 6 (ISO 18/16/13) perché, se presente qualsiasi tipo di contaminazione anche nell’ordine di un solo micron, gli effetti possono costare milioni di euro per le riparazioni da attuarsi in superficie.

E queste sono solo alcune tra le tante applicazioni della filtrazione magnetica, impiegata in moltissime tipologie di liquido anche nel settore del taglio laser, della ceramica e di una moltitudine di macchinari manuali e CNC.

COME FUNZIONA LA FILTRAZIONE MAGNETICA?
I filtri magnetici funzionano con l'uso di potenti magneti: il filtro viene posizionato strategicamente lungo il percorso del liquido, in modo che il flusso venga diretto nel campo d’azione del magnete e le particelle catturate in una sorta di “trappola magnetica”. Il filtro può essere infine rimosso, le particelle catturate lavate via dal magnete filtrante et voilà: il filtro sarà pronto per essere riutilizzato ancora e ancora.

VANTAGGI E CARATTERISTICHE DELLA FILTRAZIONE MAGNETICA
Qualora venga utilizzata come sistema di pre-filtrazione, la filtrazione magnetica consente di evitare un consumo consistente di cartucce filtranti, allungando in modo sostanziale la vita del filtro principale del sistema. A differenza dei filtri tradizionali, infatti, che devono essere sostituiti, i filtri magnetici SUPER GAUSS di GFT possono essere facilmente puliti rimuovendo le particelle ferromagnetiche che hanno attratto, il che ci introduce a un altro fondamentale vantaggio dei filtri magnetici, cioè l’eccezionale durata. I filtri magnetici, infatti, tendono a durare molto più a lungo dei filtri convenzionali, rendendo il loro utilizzo molto conveniente ed ecologico.

Specialmente in un contesto storico come l’attuale, nel quale siamo tutti più consapevoli dell’impatto ambientale delle attività antropiche, non possiamo non sottolineare la natura ecologica di questo tipo di filtri che, contrariamente ai filtri tradizionali, non vanno smaltiti, ma bensì riutilizzati innumerevoli volte.

Inoltre, al contrario dei filtri “barriera”, i filtri magnetici SUPER GAUSS di GFT non ostacolano in alcun modo la portata del sistema, poiché il fluido non scorre attraverso il mezzo filtrante, ma intorno ad esso: quindi il flusso non viene mai interrotto, per una portata finalmente libera dall’influenza del filtro e determinata esclusivamente dai requisiti di sistema.

Ultimo vantaggio, ma non certo in ordine di importanza, la capacità di filtrare particelle di dimensioni inferiori a un micron: mentre i filtri tradizionali non riescono a intercettare contaminanti di dimensioni così ridotte, i filtri magnetici riescono a trattenere anche questo tipo di micro particelle inquinanti, che parimenti influenzano negativamente le prestazioni del fluido conducendolo a una graduale compromissione chimica.

TUTTO IL POTERE DELLA FILTRAZIONE MAGNETICA
Il gauss è l'unità di misura del campo magnetico, indicato anche come "densità di flusso magnetico" o "campo di induzione magnetica" e questo fa sì che le configurazioni di filtri magnetici per l’uso nelle industrie di processo sono molteplici, ma quel che è certo è che maggiore è il valore Gauss del campo di induzione magnetica e migliore sarà la rimozione dei contaminanti e delle impurità al fine di evitare sviluppi negativi in qualsiasi applicazione o macchinario.

Per tutti quei sistemi nei quali i residui ferromagnetici costituiscono una minaccia concreta ai fluidi funzionali, gli esperti tecnici GFT - Global Filtration Technology hanno sviluppato una nuova unità filtrante equipaggiata con il potente magnete SUPER GAUSS in grado di attrarre tutti i contaminanti ferromagnetici: la soluzione ideale per la pre-filtrazione di liquidi gravemente inquinati da questo tipo di elementi, risparmiando sull’uso di cartucce filtranti e prendendosi cura del sistema contemporaneamente.

Siete curiosi di sapere quando e come un filtro magnetico possa rappresentare una svolta conveniente per la manutenzione di un fluido?
Volete approfondire l’argomento della filtrazione magnetica per capire se fa a caso vostro e prendere visione delle specifiche tecniche dell’unità a filtrazione magnetica sviluppata da GFT?

Per tutte le informazioni sulla nuova unità filtrante magnetica sviluppata e testata dagli specialisti in filtrazione GFT, vi invitiamo a consultare la scheda tecnica, a chiedere informazioni al 3495965967 oppure a scrivere tramite modulo contatti.

Per un approfondimento sul mantenimento degli oli lubrificanti, vi suggeriamo questo articolo su come ridurre al minimo gli effetti della contaminazione.

Per maggiori info su GFT - Global Filtration Technology, invece, potete iniziare dalla rassegna stampa.

 

 

 

Trattamento anti varnish: per un’eliminazione profonda

Trattamento Anti Varnish: finalmente la risposta degli specialisti in filtrazione per eliminare efficacemente il Varnish dall’olio idraulico.

Simile alla vernice, altre volte al fango, aderisce a pompe, valvole e basi dei serbatoi. Il suo colore varia dall'arancione al marrone, passando per tutte le sfumature : è il Varnish, un prodotto del deterioramento dell’olio particolarmente insidioso, perché si accumula negli interstizi di lubrificazione restringendoli. Aumentando attrito e temperatura, aumenta così anche l’usura sui cuscinetti, i malfunzionamenti nelle valvole, mentre viene ridotta l’efficienza negli scambiatori di calore. Inoltre, un accumulo del Varnish negli elementi filtranti fa sì che quest’ultimi debbano essere sostituiti con maggiore frequenza.

Ma vediamo meglio da vicino questo nemico di impianti e macchinari…
Analizzando l’etimologia della parola, il sostantivo (e verbo) inglese ,Varnish”, significa letteralmente “vernice”: una descrizione generica quanto efficace di questo fenomeno che tanto somiglia allo strato lucido formato dalle vernici, appunto, una volta asciutte. Nel mondo della filtrazione, la parola “varnish” sta non a caso ad indicare proprio i depositi di residui organici sottili, duri, insolubili e lucidi che si manifestano spesso come un rivestimento di vernice sulle pareti di tubazioni e serbatoi.

Chimicamente parlando, in realtà, si tratta di un prodotto del deterioramento dell’olio che si manifesta in forme e colori differenti quasi sempre riconducibili a una vernice di qualche tipo.

Ma cos’è che determina la formazione del Varnish? Innanzitutto, l’ossidazione, cioè la reazione tra l’olio e l’ossigeno presente nell’aria, ma anche temperatura e pressione elevate velocizzano i processi di deterioramento dell’olio. Infine, i contaminanti: solidi, liquidi o gassosi che siano, causano la formazione di prodotti di degradazione dell’olio, tra i quali anche il Varnish.

Tuttavia, per rimuovere il Varnish, i filtri tradizionali dell’olio lubrificante e idraulico non sono né adatti né sufficienti. I prodotti gelatinosi di degradazione dell’olio, infatti, si attaccano al filtro e, dopo un rapido aumento della pressione, riducono la durata di servizio dell’elemento filtrante ad appena poche ore. Dalle perdite nelle valvole all’usura sui cilindri, passando per il surriscaldamento di cuscinetti e scambiatori di calore sembra non esserci limite ai danni che questo fango oleoso, questa “vernice”, può arrecare. Dunque, che cosa fare per eliminare efficacemente i depositi di Varnish?

Dopo oltre un anno di sperimentazioni, è finalmente sul mercato la nuova unità HYDRAULIC BASIC 3 MICROFILTRATIONVarnish Block”, sistema di filtrazione studiato dagli specialisti in filtrazione di GFT - Global Filtration Technology appositamente per l’eliminazione di questi insidiosi composti.

Gli esperti tecnici di GFT - Global Filtration Technology hanno studiato a lungo tutte le criticità del Varnish, analizzandone il “comportamento” in diversi contesti, elaborando e testando un’unità carrellata facile da utilizzare e che ha dato prova di prestazioni eccellenti.

Dotata di pompa da 3 litri/minuto (180 litri/ora) e di filtro specifico per micro-filtrazione di profondità fino ad 1 micron, la nuova HYDRAULIC BASIC 3 MICROFILTRATION rappresenta il primo passaggio per la rimozione professionale del Varnish, che trova la sua completezza nell’utilizzo contestuale di VARNISH STOP, l’additivo specifico da miscelare all’olio presente nel serbatoio dell’impianto (nella diluizione di 20 litri ogni 200 litri di olio). In questo modo, mentre HYDRAULIC BASIC 3 MICROFILTRATION “Varnish Block” rimuove meccanicamente il fango oleoso e lo incanala nel filtro da 1 micron, l’additivo VARNISH STOP ne facilita l’asportazione e ne evita chimicamente la formazione futura, per un sistema finalmente libero dai depositi di Varnish.

Se volete accertarvi che i residui che affliggono la vostra macchina o il vostro impianto siano effettivamente di Varnish, oppure se le avete già provate tutte per eliminare la “vernice”, ma questa si ripresenta ripetutamente nel vostro macchinario/impianto, non vi resta che chiedere consiglio agli esperti tecnici GFT - Global Filtration Technology: grazie alla loro considerevole esperienza nei più svariati settori e relative applicazioni, sapranno certamente identificare il vostro problema e indicarvi la più efficace e duratura risoluzione.

Se vi interessa sapere di più sull’unità filtrante HYDRAULIC BASIC 3 MICROFILTRATION “Varnish Block” vi invitiamo a cliccare sul link relativo, mentre per una consulenza specialistica o per maggiori informazioni sull’additivo VARNISH STOP, telefonate al 3495965967 oppure scrivete a GFT tramite modulo contatti.

Per maggiori info su GFT - Global Filtration Technology, invece, potete iniziare dalla rassegna stampa.

 

Filtrazione olio intero per macchine cnc: più efficienza, meno guasti

filtrazione olio intero : noti soprattutto come lubrorefrigeranti o oli per metalworking, gli oli lubrificanti industriali sono fluidi di processo utilizzati per lubrificare e raffreddare gli utensili al fine di consentire massima precisione e velocità di taglio, ridurre gli attriti, limitare usura e rotture e facilitare l’asportazione del truciolo nelle lavorazioni meccaniche.

Durante la lavorazione, infatti, la zona di taglio viene irrorata abbondantemente di olio tramite degli ugelli, col triplice scopo di raffreddare, detergere e lubrificare, consentendo al contempo la massima precisione. Parliamo principalmente di macchine CNC (Computer Numerical Control - Controllo Numerico Computerizzato), dove i movimenti, preimpostati dagli operatori attraverso dei software appositi, vengono controllati da dispositivi elettronici integrati nelle macchine stesse detti a loro volta “controlli numerici”.

In tutte le lavorazioni meccaniche, su macchine utensili come pure in centri di lavoro complessi, i lubrorefrigeranti sono imprescindibili per ottenere prodotti finiti di alto livello garantendo al contempo una lunga durata all’utensile, e si distinguono principalmente in lubrorefrigeranti miscibili in acqua (cioè emulsionabili) e non miscibili in acqua (cioè interi).

Semplificando, si può dire che l’olio intero o non miscibile offra un’elevata capacità di lubrificazione, consentendo maggiori volumi di asportazione di truciolo, mentre i fluidi miscibili in acqua o emulsionabili dissipino meglio il calore dai componenti. Ecco perché, per la rettifica di utensili in metallo duro (cioè per la lavorazione meccanica ad asportazione di truciolo eseguita tramite una mola abrasiva) viene impiegato quasi esclusivamente olio intero: lubrifica perfettamente, ed è il più adatto per l’utilizzo di mole diamantate e per un’asportazione maggiore. L’olio intero è raccomandato, infatti, nelle lavorazioni più tenaci come acciai inox o titanio: nelle tornerie automatiche, ad esempio, si utilizza olio intero per avere una vita utensile più lunga, più efficienza e, di conseguenza, una più intensa produzione.

I lubrorefrigeranti trovano quindi applicazione per operazioni di fresatura, piallatura, foratura, filettatura, brocciatura truciolatura su torni, foratrici, frese, fresatrici, maschiatrici, alesatrici, rettifiche, mole sagomate, macchine MCN e centri di lavoro CNC (le MCN, Macchine a Controllo Numerico, sono macchine utensili che impiegano un Controllo Numerico Computerizzato), 3D, 5 assi, trapani, dentatrici e altro ancora.

Alcune macchine richiedono lubrorefrigeranti specifici, pertanto è necessario consultare il produttore o uno specialista, ma è importante ricordare sempre che ogni 12 mesi, anche in caso di manutenzione ottimale, è opportuno utilizzare del nuovo olio per metalworking o comunque fare un’ispezione più accurata del solito per verificare che il fluido non presenti viscosità aumentata, cattivo odore o segni di corrosione da contaminazione.

In passato la pulizia del fluido era un concetto molto relativo, ma oggi importanti studi sui meccanismi di lubrorefrigerazione e taglio indicano con sicurezza che il grado di pulizia del fluido incide indiscutibilmente sulla qualità della lavorazione e sull’efficienza del processo.

Ma che cos’è che sporca il fluido? E come è possibile misurarne la pulizia?

A sporcare l’olio (parliamo soprattutto di quello intero, utilizzato per le lavorazioni CNC più impegnative) sono gli inquinanti, ovvero trucioli di varie dimensioni, vernici protettive, oli estranei, ma anche pulviscolo metallico, sabbie e polveri ambientali. Tuttavia, non è così raro che alcune colonie di batteri trovino nel fluido sporco e poco ossigenato un habitat favorevole alla loro proliferazione. Questi inquinanti si comportano diversamente: possono galleggiare, essere trasportati dalla turbolenza del fluido oppure affondare e consolidarsi sulle vasche stesse, ma sono sempre indiscutibilmente nocivi.
Il grado di pulizia di un lubrorefrigerante dipende strettamente da come è stato filtrato: la filtrazione olio intero, infatti, è il cuore di tutto il sistema di lubrorefrigerazione, impattando massicciamente sull’efficienza della lavorazione meccanica e sui suoi costi. Come? Innanzitutto allungando la vita degli utensili e migliorando la qualità delle lavorazioni, ma anche limitando gli interventi di manutenzione.
Una stima attendibile rivela che i fermi di produzione direttamente correlati a una lubrorefrigerazione inadeguata dei macchinari (che diventano così inutilizzabili) incidono negativamente sulla produttività aziendale fino al 10% su base annua.
Ecco perché è così importante la filtrazione olio intero per macchine CNC: più efficienza e precisione, meno guasti!

A tale scopo, gli esperti tecnici GFT – Global Filtration Tecnology hanno realizzato appositamente un’unità carrellata, tutta Made in Italy, per filtrazione olio intero CNC con portata fino a 25 litri/minuto (1.500 litri/ora), certificazione CE (come tutti i prodotti GFT) e filtrazione 10 micron.

Il suo nome è LUBROIL FLUX 25 CNC e la sua funzione principale è la micro-filtrazione dell’olio intero per lavorazioni meccaniche utilizzato nei centri di lavoro a CNC.

LUBROIL FLUX 25 CNC è stato progettato per la micro-filtrazione dell’olio intero pre-centrifugato (cioè già epurato dai trucioli più grossolani), andando così a rimuovere anche i contaminanti più piccoli e migliorando la qualità delle lavorazioni, preservando al contempo la vita di utensili, mole e del macchinario CNC stesso.

L’attrezzatura è completa di ruote con freno, vasca di contenimento per evitare spargimenti di fluido attorno l’area di lavoro, vasca estraibile per svuotamento e pulizia, tubi in gomma completi di lance in acciaio e contalitri digitale per monitorare la quantità di olio filtrato e lo stato di intasamento della cartuccia.

LUBROIL FLUX 25 CNC si utilizza su oli rigorosamente interi, che possono essere di origine minerale o sintetica, ma anche sui più “difficili” (perché più soggetti ad alterazione e più difficili da pulire) oli biologici e biodegradabili.

Cercate cartucce filtro di ricambio alternative e di alta qualità per qualunque marchio di macchina utensile? Ne parliamo in questo articolo dedicato proprio ai filtri di ricambio per macchine utensili.

Come può contaminarsi un olio che è chiuso dentro a una protezione metallica o in plastica? 

Per ogni approfondimento o per ricevere risposte specifiche, gli esperti GFT sono sempre a vostra disposizione tramite modulo contatto o al 3495965967.

Filtro per cisterne adblue®: rifornimento & depurazione

Filtro per cisterne AdBlue®: la soluzione ideale per la purificazione di AdBlue®/Urea durante la fase di rifornimento.

Filtro per cisterne AdBlue®: addio a cristalli e sedimenti

In che cosa consiste e come funziona?

Facciamo prima di tutto una breve premessa per contestualizzare il prodotto: il suo nome è Blue Pure Filter ed è un filtro specifico per le cisterne e i contenitori di stoccaggio di AdBlue®.

Ma che cos’è l’AdBlue®?, si chiederanno alcuni. Si tratta di una soluzione chimicamente molto semplice, almeno in apparenza, perché composta unicamente da acqua distillata e urea al 32,5% che, iniettata nei catalizzatori dei veicoli Diesel, contribuisce all’abbattimento delle emissioni di ossidi di azoto (NOx).

Il catalizzatore, infatti, altro non è che un dispositivo che viene aggiunto ai sistemi di scarico delle autovetture con sistema di propulsione endotermico con il compito di abbattere le emissioni di inquinanti rilasciati nell’atmosfera.

SCR, acronimo di Selective Catalytic Reduction, sta per riduzione selettiva catalitica, una tecnologia che richiede proprio l’uso di Adblue® per l’abbassamento delle emissioni degli ossidi di azoto dai gas di scarico prodotti dai veicoli dotati di motore diesel fino al 90%.

AdBlue® in realtà è il marchio registrato (da parte della Verband der Automobilindustrie VDA, l’associazione tedesca dei costruttori di veicoli) del composto AUS32 (Aqueous Urea Solution 32.5%), noto anche come DEF negli Stati Uniti o come ARLA 32 in Brasile.

Affinché una soluzione possa chiamarsi AdBlue® deve quindi rispettare la concentrazione specifica di urea tecnica e soprattutto i severi parametri qualitativi che regolano la presenza di metalli e altri elementi (calcio, biureto ecc ecc) che, se presenti nell’AdBlue®, arrecherebbero danni irrecuperabili ai catalizzatori.

Va da sé che l’AdBlue®, essendo iniettato automaticamente nel sistema di scarico del veicolo, debba essere quanto più pulito possibile: non solo per assicurare la massima funzionalità, ma anche per garantire la longevità del catalizzatore e la salute di tutto il veicolo. Tuttavia, durante le operazioni di travaso da fusto o da IBC (Intermediate Bulk Container), l’AdBlue® potrebbe essere soggetto a contaminazione, sviluppando così delle impurità oppure cristallizzandosi. Di qui l’importanza di un filtro ad alte prestazioni che permetta di catturare e rimuovere tutti i cristalli e i sedimenti presenti nel fluido.

Ed è proprio da questa esigenza che GFT - Global Filtration Technology ha sviluppato un filtro per cisterne e contenitori di stoccaggio di AdBlue®, una soluzione studiata appositamente per contribuire a mantenere inalterata la qualità del fluido erogato a vantaggio della durata del catalizzatore.

Blue Pure Filter, questo il nome dell’innovativo filtro GFT, è infatti specificamente progettato e realizzato per purificare perfettamente l’ADBlue® durante la fase di rifornimento.

Bloccando i sedimenti e i cristalli depositati all’interno del fluido, che abbiamo già detto poco sopra essere fonte di gravi problemi al motore, Blue Pure Filter consente di soddisfare i ferrei requisiti di pulizia richiesti dai moderni catalizzatori SCR.

Questo fondamentale risultato viene raggiunto grazie all’efficienza della speciale cartuccia contenuta al suo interno: una cartuccia in acciaio inox, altamente performante e in grado di bloccare efficacemente sedimenti e cristalli. Ma non è tutto: essendo lavabile, questo elemento non necessita di sostituzione, perché può essere agilmente pulito e riutilizzato all’infinito.

Blue Pure Filter è quindi un filtro per cisterne Adblue® studiato, realizzato e testato da specialisti in filtrazione, con una portata fino a 60 litri al minuto e una pressione di scoppio oltre i 20 bar.
Altamente efficiente nella rimozione di cristalli e sedimenti grazie alla speciale cartuccia in rete inox 316 da 25 micron, assicura la massima resistenza a ossidazione e corrosione, offrendo così una durata potenzialmente inesauribile.

Per tutte le specifiche tecniche, vi suggeriamo di approfondire la conoscenza del prodotto o di chiedere maggiori informazioni agli esperti GFT - Global Filtration Technology telefonando al 3495965967 o scrivendo tramite modulo contatto.

In alternativa, restate ancora con noi leggendo le 7 regole della manutenzione di un motore Diesel!

Filtrazione: la nostra materia, mese per mese

Filtrazione: un argomento complesso, articolato in mille declinazioni, applicazioni e specifiche. Una materia trasversale che interessa innumerevoli settori, industriali e non, la cui teoria è complessa e la pratica, se possibile, ancor di più.

Difficile reperire in rete testi in lingua italiana non troppo tecnici, ma parimenti chiari ed esaustivi che trattino espressamente di filtrazione, ed ecco perché noi di GFT - Global Filtration Technology abbiamo iniziato, fin dal nostro arrivo sul www, a colmare, un passo per volta, questo vuoto. Come?

Scrivendo, tutti i mesi, almeno un articolo tutto dedicato ogni volta a un capitolo diverso di questa grande materia, prendendo spunto proprio dalle necessità e dai dubbi pratici dei nostri assistiti.

Anche quest’anno siamo giunti a dicembre soddisfatti di quanto trattato nell’ultimo anno, fieri del nostro appuntamento mensile con l’informazione: un appuntamento che ci è costato un pizzico di tempo e di risorse, certamente, ma che ci premia con il costante riconoscimento dei tanti lettori che entrano ogni giorno nel nostro sito, si soffermano a leggere e a documentarsi passando da una pagina all’altra e talvolta pure offrendoci qualche feedback in sede di incontro. È un viavai silenzioso, quello che si crea sui siti che offrono informazione specialistica, ma non meno soddisfacente di un ritrovo dal vivo.

Dunque, di che cosa abbiamo parlato quest’anno? Ripercorrendo quanto scritto, nel 2023 vi abbiamo svelato le 7 regole della manutenzione di un motore Diesel, vi abbiamo parlato delle pratiche per una buona conservazione delle pompe oleodinamiche, vi abbiamo offerto i nostri consigli su come scegliere e dove acquistare i migliori filtri di ricambio per macchine utensili, quindi abbiamo introdotto l’argomento Varnish, cos’è e come rimuoverlo per poi passare al flussaggio professionale degli impianti. Siamo tornati poi sulla manutenzione di ingranaggi, riduttori e cuscinetti con un articolo tutto dedicato ai sistemi di filtrazione olio trasmissione e in seguito abbiamo affrontato insieme gli step per verificare la salute dell’olio idraulico, dalla valutazione preliminare alla seconda analisi chimica. A grande richiesta abbiamo anche approfondito il tema della termoregolazione dell’olio idraulico, cioè su come raffreddarlo e pure su come riscaldarlo in fase di avviamento.

Vi abbiamo infine invitati a diventare distributori GFT per avere sempre una risposta pronta ed efficace a tutte le possibili esigenze di prevenzione, diagnosi e risoluzione di problemi collegati all’utilizzo degli oli idraulici, lubrificanti e carburanti, ed è con gioia che vi abbiamo annunciato la nostra partnership strategica con GBM Spa, realtà di spicco e concessionario esclusivo di alcuni tra i principali produttori di componentistica ferroviaria pneumatica, elettronica, segnalamento e trazione, partnership che ci ha introdotti a pieno titolo anche nel settore ferrotranviario.

È stato un piacere incontrare alcuni di voi proprio all’Expo Ferroviaria 2023 di Fiera Milano Rho, fare la vostra conoscenza insieme al nostro nuovo partner GBM, e altre occasioni dal vivo, ne siamo certi, verranno in questo 2024 che sta per cominciare.

Cogliamo quindi l’occasione per ringraziare quanti ci hanno scelto e a chi ha investito sulla nostra professionalità: continueremo ad applicarci, a studiare per voi nuove soluzioni filtranti e, naturalmente, a scrivere di filtrazione, per avvicinare quante più persone a questa materia da noi tanto amata.

A tutti voi, un caro augurio di buon Natale e felice anno nuovo da parte di tutto il team GFT - Global Filtration Technology!

Flussaggio professionale sinonimo di filtrazione

Flussaggio: per alcuni è sinonimo di filtrazione, ma si tratta di due operazioni differenti, anche se connesse tra loro.
Una centralina con una decina di litri di serbatoio e un impianto per migliaia di litri sono palesemente due situazioni diverse: anche se i principi restano gli stessi, l'intervento si svolgerà in maniera differente.

Se la filtrazione è un'operazione di pulizia meccanica dei fluidi oleodinamici che viene effettuata una tantum su macchinari già in esercizio attraverso un sistema esterno ma anche in maniera continuativa con la normale filtrazione all’interno degli impianti stessi, in che cosa consiste allora il flussaggio? Si tratta di una pulizia meccanica che deve essere svolta prima della messa in servizio di macchinari, impianti oleodinamici nuovi e di dimensioni importanti.

Il suo scopo è di rimuovere gli scarti solidi risultanti da saldature e molature, come anche eventuali residui di sporcizia. In poche parole, il flussaggio consiste nella creazione di un moto turbolento sfruttando il principio di Reynolds (che permette appunto di stabilire se una corrente liquida segue un moto laminare, cioè senza spostamenti di massa trasversali al flusso, oppure turbolento) e nel conseguente trascinamento delle parti solide fino ai filtri della macchina da flussaggio.

La procedura standard consiste nell’isolamento di valvole e pompe con la creazione di bypass appositi, e nel successivo collegamento di un sistema esterno con quattro funzioni: riscaldamento, ricircolo, filtrazione e controllo della contaminazione.

Una volta avviata la macchina di flussaggio, quest’ultima continuerà a funzionare fino a quando il contatore di particelle indicherà che la classe ISO 4406 è stata raggiunta. A quel punto il circuito può tornare alla conformazione originale e l’impianto può essere avviato.

Quali sono i vantaggi del flussaggio? Innanzitutto, specifichiamo che si tratta di una totale pulizia del macchinario/impianto che non solo è indispensabile, giacché non è pensabile avviare un sistema che presenti scarti solidi al suo internoma che apporta anche tutta una serie di benefici concatenati che si riverbereranno sul sistema negli anni a seguire.

Per cominciare, consentirà un corretto rodaggio dell’impianto, ma ne aumenterà pure le prestazioni, portandolo alla sua massima efficienza, garantendo al contempo una produzione costante e performante. In seconda battuta, ma non meno importante, l’imprescindibile apporto del flussaggio sul fronte della prevenzione: tramite questa pratica sarà pertanto possibile individuare problemi all’origine così come pure prevenire eventuali guasti e danneggiamenti futuri, riducendo sensibilmente i costi di manutenzione dovuti a indesiderati fermi macchina.

Effettuare un flussaggio professionale del proprio impianto/macchinario consente, infatti, di conoscerlo meglio e, conseguentemente, di poterlo manutenere meglio nel tempo.

Non bisogna dimenticare, in ultimo, che lo scopo primario del flussaggio è proprio la detersione dei meccanismi interni per prevenire i rischi di inceppamento, danneggiamento o guasto dei componenti di un nuovo impianto industriale prima dell’avviamento.

Oggigiorno impianti oleodinamici estremamente complessi sono spesso gestiti elettronicamente, richiedendo quindi prestazioni esasperate che possono essere gestite solo da componenti con oli estremamente puliti ed eccellenti doti antiusura. Tuttavia, per questioni economiche, a volte vengono utilizzati oli con caratteristiche a malapena sufficienti, le manutenzioni vengono posticipate e le conseguenze non tardano a manifestarsi, con l'aumento della temperatura di esercizio, il decadimento precoce delle parti meccaniche e l'inquinamento dell'olio che conduce a rallentamenti, fermi macchina e guasti.

Ecco perché il flussaggio in fase di pre-avviamento e più in generale la filtrazione dell’olio che alimenta un impianto o un macchinario devono essere considerati passaggi cruciali a cui dedicare molta attenzione, giacché è proprio dalla pulizia dell’olio che dipendono l’efficienza e la salute di tutti i sistemi.
Tornando al flussaggio, bisogna tenere presente che l'operazione è complessa, necessita di attrezzature particolari e di tecnici specializzati.

Nonostante questa operazione si basi, infatti, sul principio della turbolenza di un fluido, è facile notare come la maggior parte degli impianti presentino già velocità di transito addirittura superiori, pertanto, se questo principio bastasse, non ci sarebbe bisogno del flussaggio, in quanto gli inquinanti dovrebbero essere già stati trattenuti dai filtri presenti... Eppure, nella pratica, non funziona propriamente così. Il flussaggio, così come più in generale la filtrazione, presenta alcune regole, qualche segreto e tante, tantissime variabili.

Ecco perché il flussaggio deve essere svolto da dei professionisti della filtrazione che abbiano spaziato tra macchinari e impianti di settori differenti, avendo avuto a che fare sia con il flussaggio di macchine operatrici così come più  come di impianti oleodinamici (presse per compattazione metallo, presse per pressofusione, impianti per fonderia, trasmissioni idrostatiche, sistemi di puntamento per settore difesa militare, ecc ecc).

Grazie ai suoi macchinari di nuova concezione, che sposano l’eccellenza dei filtri Parker Filtration all’esperienza maturata un po’ in tutti i settori, industriali e non solo, GFT - Global Filtration Technology mette a disposizione diverse tipologie di carrelli di filtrazione standard o con particolari caratteristiche su richiesta, per eseguire flussaggi professionali, efficaci e sicuri.

Grazie ai suoi esperti tecnici, GFT rappresenta il partner ideale per training formativi al fine di addestrare il personale che eseguirà il flussaggio e la preparazione preliminare di qualsiasi impianto/macchinario da trattare e per una puntuale l’analisi dell’olio.

Per ogni informazione riguardo le modalità e i costi del servizio di flussaggio professionale, telefonate al 3495965967 oppure scrivete tramite il modulo contatti.

Volete più informazioni su GFT? Partite dalla rassegna stampa “Dicono di noi”.

Cercate informazioni su come scegliere e dove reperire dei filtri di ricambio per macchine utensili? Vi consigliamo questo articolo sui filtri di ricambio.

Gft entra nel settore ferro-tramviario con gbm spa

Mancava forse soltanto il settore ferro-tramviario a completare la rosa di comparti industriali che ha visto GFT - Global Filtration Technology impegnato nella prevenzione, diagnosi e risoluzione di problemi legati alla gestione dei fluidi, siano essi oli idraulici, lubrificanti o carburanti.

Da quando il General Manager, Luca Angeli, ha iniziato il proprio percorso nel mondo oleoidraulico e motoristico, facendo poi confluire il proprio sapere nella realtà aziendale di GFT, tutta incentrata sulla filtrazione, sono stati tantissimi i settori che hanno beneficiato di un approccio finalmente specialistico alla gestione di carburanti e oli.

Dal movimento-terra al settore agricolo, dall’automotive alla nautica, dall’industria meccanica ai gruppi elettrogeni d’emergenza passando per il comparto telecomunicazioni e per il settore difesa militare: un po’ tutti i settori hanno fatto ricorso a GFT, azienda Bolognese specializzata in filtrazione, trovando in essa pronta risposta ai tanti problemi legati all’inquinamento al deperimento precoce di oli di lubrificazione, idraulici e carburanti.
Ed è con immensa soddisfazione che oggi GFT annuncia il proprio ingresso anche nel settore ferro-tramviario, forte della partnership strategica con GBM Spa (www.gbmspa.com), prestigioso concessionario/distributore commerciale per i più rinomati marchi nel settore industriale, ferro-tramviario e movimento terra.

Attraverso questa collaborazione, GBM sarà in grado di affiancare al servizio di revisione dei componenti pneumatici di frenatura, anche un servizio di revisione/riparazione di pompe e motori idraulici delle primarie marche, nonché di fornire ai propri clienti soluzioni efficaci per il mantenimento della pulizia dei serbatoi gasolio dei loro mezzi d’opera.

Siamo entusiasti di avviare la partnership con GBM Spa - ha dichiarato Luca Angeli, General Manager di GFT – realtà con la quale condividiamo valori come competenza e continua ricerca di innovazione e insieme alla quale, siamo certi, in futuro esploreremo ulteriori soluzioni per la gestione dei carburanti e per applicazioni oleodinamiche”.

A suggellare la nuova partnership, la presenza congiunta di GFT e GBM allo stand E91 dell’Expo Ferroviaria 2023, in programma dal 3 al 5 ottobre a Fiera Milano Rho.

www.gft-filtrazione.it

Motore diesel: le 7 regole della manutenzione

Manutenzione Motore Diesel: già, perché Diesel non è il nome del carburante, come comunemente si è portati a credere dato il linguaggio comune, ma piuttosto quello del motore, appunto, che prende il nome dal suo inventore Rudolf Diesel.

Il carburante è il gasolio che, come la benzina, è un combustibile fossile derivato dal petrolio, ma mentre nel motore a benzina quest’ultima si accende tramite una scintilla, nel motore Diesel il gasolio si accende grazie alla compressione del pistone.
Nonostante la notevole robustezza dei motori Diesel, la loro manutenzione richiede maggiore attenzione rispetto ai motori a benzina, giacché le componenti del motore Diesel esigono una pulizia superiore e una scrupolosa sostituzione dei filtri.

Gli esperti GFT - Global Filtration Technology hanno quindi individuato 7 regole, 7 passaggi fondamentali per la manutenzione di quel dispositivo un po’ speciale che è il motore Diesel, sia esso impiegato in qualsiasi tipologia di applicazione, dal settore agricolo a quello nautico, dal movimento terra all’automotive per finire a quello dedicato al settore ferroviario.
Sette regole di buona gestione, dunque, per prevenire possibili problematiche ma soprattutto scongiurare i danni più ingenti, ma anche più comuni, che affliggono questo tipo di motore.
Vediamole insieme, una ad una, suggerimento dopo suggerimento:

1) CAMBIA L’OLIO
Per alcuni di voi potrà sembrare una banalità, ma se c’è qualcosa che può rovinare repentinamente un motore Diesel, è proprio il mancato cambio dell’olio. Se l’olio non viene cambiato con cadenza regolare a seconda delle indicazioni del produttore (negli autoveicoli per uso privato, ad esempio, una volta all’anno), il motore sarà soggetto a tutti i danni dell’usura. Insomma, banale o meno che sia, da questo passaggio non si può in alcun modo prescindere.

2) CONTROLLA REGOLARMENTE I LIVELLI DEI LIQUIDI
Passaggio fondamentale, che i proprietari di Diesel dovrebbero richiedere ogni qualvolta ricevano un check-up, è il controllo dei livelli dei liquidi, quindi del liquido di raffreddamento nel radiatore, del liquido del servosterzo e di quello dei freni. I motori Diesel in particolare generano un calore significativo, rendendo cruciale un adeguato raffreddamento, ed ecco perché verificare regolarmente i livelli del liquido di raffreddamento e ispezionarne lo stato è così importante. Nel tempo, infatti, il liquido può degradarsi e perdere efficacia, pertanto, quando necessario, è consigliabile effettuare un lavaggio del sistema di raffreddamento e sostituirne il liquido secondo le linee guida del produttore: mantenere livelli e qualità adeguati contribuirà a prevenire surriscaldamento e potenziali danni al motore.

3) CONTROLLA IL FILTRO DELL’OLIO E DEL CARBURANTE
Per mantenere qualunque motore Diesel in buona salute è opportuno assicurarsi che il filtro dell’olio e del carburante siano sempre puliti e privo di detriti o acqua. Se questa verifica non viene fatta e i filtri iniziano a intasarsi, infatti, il veicolo (o macchinario che sia) perderà potenza e alla fine smetterà del tutto di funzionare. Arrivati a quel punto, sarà necessaria una pulizia accurata e la sostituzione di parecchi pezzi, non di rado anche costosi, in primis gli iniettori. Quindi, anche se i filtri possono sembrare piccoli ricambi che si autogestiscono una volta installati, di fatto non lo sono: mantenerli puliti è la chiave per conservare il motore in buono stato.

4) RICHIEDI UN TEST DIAGNOSTICO
Quando vengono effettuate manutenzioni su macchinari con motore Diesel, è importante assicurarsi che vengano forniti test diagnostici in modo che i tecnici possano verificare se ci sono intasamenti nei filtri o problemi in altre parti del sistema. Avere qualcuno che controlla tutti questi parametri contemporaneamente garantirà di non dover pagare ulteriori lavori di manutenzione per problemi che avrebbero potuto essere individuati e risolti già al check-up precedente.

5) USA IL CARBURANTE GIUSTO
Può sembrare un’ovvietà, ma utilizzare il carburante giusto e saperne scegliere uno di qualità è essenziale per ogni motore Diesel. Il carburante scelto, infatti, influirà significativamente sulle prestazioni e sulla longevità del motore che l’ha utilizzato, pertanto è opportuno optare per un carburante di alta qualità, cioè ben filtrato, proveniente da distributori affidabili. Un carburante compromesso può contenere, infatti, contaminanti di natura solida (polveri e detriti di vario genere) che di natura biologica (microrganismi che possono trasformarsi in ammassi gelatinosi – alghe del diesel) che potrebbero danneggiare il motore e ridurne l’efficienza. Inoltre, è bene evitare di mescolare diverse tipologie di carburanti ed utilizzare additivi per diesel specifici per evitare il proliferare di batteri all’interno del serbatoio.

6) CONTROLLA FILTRI ARIA, CINGHIE, TUBI E BATTERIA
Dopo il controllo dell’olio, del filtro e dei liquidi, avendo avuto cura di richiedere un test diagnostico e rivalutato la qualità del gasolio che alimenta il vostro mezzo/macchinario, è venuto il momento di dare un’occhiata agli altri componenti che concorrono al buon funzionamento dello stesso. Prestate attenzione ai filtri dell’aria: come i filtri per liquidi, anche i filtri aria svolgono un ruolo cruciale nella prevenzione, impedendo a particelle e corpuscoli di raggiungere il motore, e vanno pertanto ispezionati con regolarità. Lo stesso dicasi per tubi e cinghie, che rappresentano componenti indispensabili del motore Diesel e che pertanto vanno sostituiti tempestivamente in caso di danneggiamento, crepe o perdite… dategli pertanto un’occhiata. Non dimenticate, inoltre, arrivati a questo punto, la batteria: accertatevi che abbia i morsetti ben puliti e livelli di elettrolita opportuni, che la carica sia adeguata ed eventualmente ricaricatela o sostituitela.

7) VALUTA UNA SOLUZIONE PROFESSIONALE
Se siete arrivati diligentemente al settimo punto del nostro breviario, potremmo dirvi che avete fatto tutto il possibile per mantenere al meglio il vostro motore Diesel. Tutto il possibile per degli amatori, ovviamente, giacché meccanica, fluidodinamica e chimica sono materie complesse, e non sempre è sufficiente consultare internet per ottenere risposte giuste, precise o applicabili al nostro caso specifico (o specifico motore).
Per alcuni di voi, insomma, potrebbe essere arrivato il momento di sfruttare le competenze altrui per fare un significativo salto di qualità. Se siete certi che il vostro motore Diesel meriti il meglio, se per voi rappresenta un investimento e la vostra priorità è utilizzarlo il più a lungo possibile, non vi resta quindi che ricorrere a una consulenza e a delle attrezzature professionali per assicurarvi un’elevata qualità del carburante che alimenta il vostro mezzo/macchinario.

La compromissione del gasolio, infatti, è causa della stragrande maggioranza dei problemi che interessano i motori Diesel: se l’avviamento è difficoltoso, se il motore si spegne durante la guida o se non parte affatto, potrebbe essere proprio l’intasamento del filtro dovuto, appunto, alla compromissione del gasolio. Ma anche quando si accende la spia del controllo motore, oppure il veicolo scatta in modo irregolare in accelerazione, o ancora quando il motore perde potenza significa, parimenti, che il filtro potrebbe essersi intasato. E questo per restare solo sugli effetti immediati, senza indagare possibili danni al sistema di iniezione o altri danni maggiori che renderebbero necessaria la sostituzione di componenti importanti del motore.
Per una consulenza professionale, GFT - Global Filtration Technology è specializzato proprio nella prevenzione, diagnostica e risoluzione delle problematiche legate ai fluidi (idraulici e carburanti) con particolare riferimento alle problematiche del Diesel.

Ricorrere al fai-da-te con l’utilizzo di additivi per pulire internamente le pareti di un serbatoio o di una cisterna rappresenta spesso un passaggio importante ma NON risolutivo: per una pulizia accurata è necessario l’utilizzo di specifici macchinari, studiati e costruiti specificamente per sfruttare il principio di Reynolds sul moto turbolento dei fluidi.

Solo unendo l’utilizzo di additivi in grado di staccare il particolato inquinante dalle pareti interne e la forza di attrezzature professionali in grado di generare un moto turbolento è quindi possibile ottenere una pulizia approfondita e sicura.

Le macchine progettate e realizzate da GFT per la pulizia professionale non solo sono pensate sia per il travaso che per la pulizia del fluido, ma sono soprattutto in grado di generare un moto turbolento, elemento essenziale di una pulizia accurata. La pulizia professionale con queste attrezzature prevede l’utilizzo del Diesel contenuto nel serbatoio come fluido di lavaggio che, grazie a particolari pompe e a particolari filtri, genera una pulizia accurata senza necessità di smontare il serbatoio.

Le macchine GFT per la pulizia di serbatoi e la filtrazione Diesel variano molto tra loro per caratteristiche e tipo di applicazione (nautica, agricola, movimento terra ecc ecc): per ogni necessità legata al carburante, dalla pulizia del carburante stesso alla pulizia professionale dei serbatoi, fino alla progettazione e realizzazione di sistemi di filtrazione specifici per il deposito di gasolio o biodiesel, i tecnici GFT sono disponibili al 349/596.596.7 o tramite il modulo di contatto.

Pompe oleodinamiche: manutenzione e revisione

Pompe oleodinamiche: componente idraulico impiegato per trasmettere energia al liquido pompato, trasformando l’energia meccanica ricevuta in energia idraulica, quindi in energia di posizione, velocità e pressione. Detto in parole ancora più semplici: la pompa è il cuore di ogni impianto oleodinamico. 

Nell’applicazione oleodinamica tipica, la portata d'olio generata da una pompa dentro un circuito viene sfruttata per muovere un motore idraulico o un martinetto, a seconda dell’effetto meccanico desiderato, se rotatorio o lineare.

Un classico attuatore lineare è il cilindro, una camicia dentro alla quale scorre un pistone, che a sua volta spinge uno stelo che esplica il moto, mentre per il moto rotatorio è sufficiente pensare ai motori orbitali di macchine agricole, edili, falciatrici, ai motori dei macchinari per lavorare la gomma, la plastica o il legno e, ancora, ai motori orbitali di trasportatori e delle gru: in tutte queste situazioni il motore idraulico produce un regime di rotazione tramite l’energia idraulica fornita dalla pompa.

Ne consegue che le applicazioni delle pompe oleodinamiche siano tra le più svariate, a beneficio del nostro Paese, peraltro, che occupa una posizione di primo piano non solo nel mercato oleodinamico europeo, ma anche in quello mondiale, essendo tra i principali produttori di componenti.

Ma come mantenere in buona salute il cuore dei nostri impianti oleodinamici?
Per farlo, è bene innanzitutto conoscere le più frequenti modalità di guasto, le possibili cause e anche i rimedi più efficaci. A qualcuno potrà ancora suonare strano, ma per comprendere a fondo le nostre pompe oleodinamiche è bene considerare, come prima cosa, la qualità dell’olio che le alimenta come pure dei filtri che tale olio puliscono. Il perché è facilmente intuibile: come il sangue scorre nelle vene e nei condotti tutti del corpo umano, così l’olio idraulico alimenta e lubrifica ogni ingranaggio, pompa, cuscinetto o altro componente di un sistema oleodinamico. Vi pare compito di poco conto?
Ed ecco che una mancata erogazione dell’olio dalla pompa, ad esempio, dipende spesso da un filtro intasato o da un olio troppo viscoso. Una pompa e un motore rumorosi possono essere segno di presenza d’aria nel circuito, ma anche di viscosità dell’olio eccessiva (che crea fenomeni di cavitazione in aspirazione) o di usure causate nel tempo dalla contaminazione dell’olio idraulico.

Perdite dalle guarnizioni possono essere dovute a un olio contaminato, portatore di particelle abrasive, di trucioli o di altri materiali estranei. Una pompa che sovraccarica il motore primario può essere spiegata dall’ostruzione dei condotti di mandata.

Potremmo andare avanti all’infinito, ma preferiamo sintetizzare invitandovi a controllare periodicamente la qualità dell’olio idraulico che alimenta, oltre alla vostra pompa, il vostro sistema tutto.

Un programma di manutenzione ordinaria, pertanto, dovrebbe riportare degli interventi periodici preventivi per garantire l’affidabilità di funzionamento del sistema e, tra questi interventi preventivi, il più importante per il corretto funzionamento della pompa (e in generale dell’impianto) è certamente la filtrazione dell’olio.

Sarebbe più che doveroso effettuare un controllo periodico con cadenza semestrale del funzionamento generale della pompa, con particolare attenzione a fenomeni di rumorosità, perdita della capacità di raggiungere la pressione corretta per l’impianto che deve comandare, perdite di olio (stillicidio) che, come già detto più sopra, possono essere causate dall’azione del fluido contaminato da sostanze abrasive, motivo per cui è importante garantire la corretta filtrazione dell’olio.

Come già spiegato in questo articolo dedicato alla contaminazione solida dell’olio idraulico, i contaminanti che entrano nei circuiti dei sistemi oleodinamici sono causa di gravi guasti all’impianto: per limitare i danni è fondamentale una pulizia accurata dell’olio attraverso l’adozione di un sistema di filtrazione opportunamente dimensionato (e di qualunque altro intervento i vostri tecnici in filtrazione di fiducia intravedano per il vostro caso specifico).

È bene ricordare, infatti, che le particelle contaminanti all’interno dell’olio idraulico incidono sfavorevolmente sul funzionamento di ogni singolo componente del sistema e, quindi, sulla sua efficienza complessiva, ed ecco perché il rendimento del sistema è un ottimo indicatore della salute della pompa e, per estensione, dell’impianto tutto.

In linea generale, il rendimento di un impianto è considerato accettabile se superiore al 90%, se invece si avvicina maggiormente all’80% o addirittura scende ancora, la pompa potrebbe essere compromessa.

In qualità di specialisti in filtrazione, riceviamo ogni giorno segnalazioni di malfunzionamenti: surriscaldamenti, rotture di valvole, ancor più spesso di pompe. Molto spesso, dopo un’opportuna analisi, rileviamo classi di contaminazione al di fuori del range fissato per il sistema (solitamente 18/16/13 secondo ISO4406), per cui procediamo a una verifica dello stato del sistema di filtrazione.

Tuttavia, teniamo a precisare che, in qualità di specialisti in filtrazione, noi tecnici GFT – Global Filtration Technology siamo in grado non solo di sviluppare sistemi in grado di fronteggiare qualsiasi tipo di intervento su ogni tipo di impianto, ma siamo parimenti attrezzati per la revisione e la riparazione delle pompe oleodinamiche compromesse. 

Quindi, ovunque non arrivi una buona condotta di “fluid care”, cioè di “cura del fluido” tramite appositi sistemi di filtrazione, di controllo e manutenzione come indicato un po’ in tutti gli articoli pubblicati sul nostro sito (e, vi assicuriamo, una buona condotta di fluid care risolve quasi tutto), qualora il danno sia già stato fatto, potete sempre contare su GFT - Global Filtration Technology non solo per un’analisi dello stato dell’olio e della sua filtrazione ottimale, ma anche per la riparazione e il ripristino delle pompe oleodinamiche danneggiate delle marche più disparate come: Parker, Denison, Bosch-Rexroth, Hawe, Danfoss, Eaton, Poclain, Komatsu, Kawasaki, Hitachi...

Ecco qui qualche altro consiglio se, invece, avete un problema di acqua nell’olio.

La situazione del vostro impianto è talmente complessa che non sapreste neanche come cercare una soluzione?

GFT - Global Filtration Technology, grazie all’esperienza trasversale maturata nei più svariati i settori dell’industria
, è in grado di arrivare alla giusta diagnosi e alla soluzione più rapida ed efficiente per ripristinare e proteggere qualunque tipologia di fluido idraulico in qualsiasi impianto… Oltre a revisionare e ripristinare eventuali pompe oleodinamiche danneggiate.

Per una consulenza, ma anche per un semplice consiglio, contattate gli esperti tecnici GFT al 349.59.65.967

Termoregolazione olio idraulico: riscaldare e raffreddare

Termoregolazione olio idraulico e controllo delle temperature di processo sono fattori indispensabili per la continuità produttiva nell’industria. Ne abbiamo già parlato in un altro articolo dedicato alla temperatura dell’olio idraulico e in particolare al nuovo sistema CHILLER FLUX 35, un sistema di raffreddamento aria-olio a elevata efficienza, con massa radiante ad aria forzata tramite ventola che, oltre a raffreddare, filtra anche l'olio, giacché presenta un filtro in uscita.

Oggi vogliamo quindi tornare sull’argomento della termoregolazione dell’olio idraulico e in ultimo approfondire il prodotto speculare di Chiller Flux 35, chiamato HEATER FLUX 14 HYDRAULIC, dedicato cioè alla funzione inversa, quindi al riscaldamento dell’olio idraulico.

Come anticipato nello scorso articolo, la temperatura di lavoro ideale di un sistema idraulico dovrebbe essere compresa tra i 45 e i 50 gradi: tutti gli oli idraulici, infatti, cambiano viscosità al variare della temperatura, diventando più viscosi quando questa scende e più fluidi quando invece sale. E dato che la temperatura influisce sulla viscosità dell’olio, per mantenere efficiente il processo di lavoro è opportuno controllarla e regolarla, mantenendola attorno al valore di viscosità corrispondente e pensato in fase di progettazione del sistema. Quando la temperatura è troppo alta, infatti, si crea condensa, l’olio si corrompe e/o la macchina va in surriscaldamento fino al blocco o alla rottura; quando invece la temperatura è troppo bassa, l'energia di elaborazione si consuma e la velocità di funzionamento si riduce.

In qualità di esperti in filtrazione e cura dei fluidi (idraulici e carburanti), abbiamo ricevuto svariate richieste inerenti alla termoregolazione dell’olio idraulico/lubrificante, giacché l’olio che si surriscalda durante le ore lavorative o che è invece troppo freddo all’avviamento del macchinario rappresenta un problema comune a tutti i settori dell’industria. Ecco perché in GFT - Global Filtration Technology, ci impegniamo a diffondere una corretta informazione sulla cura del fluido, soprattutto riguardo alla prevenzione, ma ci siamo anche applicati dal punto di vista tecnico per realizzare una nuova linea di sistemi per il riscaldamento e il raffreddamento dell’olio idraulico che funziona sulla stessa base dei sistemi di filtrazione, ovvero in ricircolo continuo.

Nella scorsa puntata vi abbiamo accennato alla necessità, comune un po’ a tutti i processi produttivi, di smaltire o acquisire calore, e vi abbiamo quindi fatto alcuni esempi di applicazioni in cui il trasferimento di energia è il protagonista. In particolare, ci siamo concentrati sui casi, largamente diffusi, in cui c’è necessità di dissipare calore e quindi di raffreddare l’olio idraulico dell’impianto (per evitare tutti i disastri dovuti alla condensa e alla relativa corruzione dell’olio, di cui abbiamo parlato in questo articolo dedicato all’acqua nell’olio.).

Ma che cosa succede, invece, quando l’olio non deve essere raffreddato, ma bensì riscaldato e portato alla temperatura di lavoro ottimale?

E ancora: quali sono le condizioni secondo le quali l’olio idraulico deve essere riscaldato?

Durante le stagioni più fredde, quando l’olio idraulico dei nostri sistemi è sottoposto a temperature più rigide, può capitare che la partenza dell’impianto sia rallentata dall’alta viscosità del fluido idraulico. Ricordate? Tutti gli oli idraulici cambiano viscosità al variare della temperatura, diventando più viscosi quando questa scende e più fluidi quando invece sale. Evitare l’aumento di viscosità mantenendo una temperatura costante e corretta dell’olio in fase di avviamento consente dunque all’impianto di poter iniziare la produzione immediatamente e a pieno regime, senza ritardi legati alla perdita di efficienza per l’elevata viscosità del fluido. Ed ecco che a tale scopo entra in scena l’unità per il riscaldamento forzato e per la filtrazione costante degli oli idraulici HEATER FLUX 14 HYDRAULIC, con portata olio fino a 14 litri/minuto (840 litri/ora), resistenza in acciaio inox con potenza 3.000 watt, temperatura di uscita regolabile, filtrazione 2 micron e, ovviamente, certificazione CE.

Per qualche consiglio specifico sulla temperatura dell’olio idraulico nel vostro sistema o su una soluzione specifica di termoregolazione & filtrazione dell’olio idraulico/lubrificante, non esitate a contattare gli esperti tecnici GFT - Global Filtration Technology tramite modulo di contatto o chiamando direttamente il numero 349/596.596.7

Se vi incuriosisce invece la controparte raffreddante, quindi il modello CHILLER FLUX 35, pensato appunto per abbassare la temperatura dell’olio idraulico (e filtrarlo pure), trovate qui  pagina dedicata.

Temperatura olio idraulico: termoregolazione e filtrazione

Termoregolazione dell’olio e controllo delle temperature di processo sono elementi cruciali per garantire la continuità produttiva nella quasi totalità dei settori industriali. La temperatura di lavoro ideale di un sistema idraulico dovrebbe essere compresa tra i 45 e i 50 gradi: ogni sistema, infatti, viene progettato in base a una viscosità dell'olio a pressione selezionata, pertanto, se la viscosità dell’olio idraulico cambia in base alla temperatura, va da sé che quest’ultima può influire sul processo di lavoro.

Se la temperatura è troppo alta, si creerà condensa all’interno del sistema e il processo di corruzione dell’olio verrà accelerato con tutti i disastri che ne conseguono, o più semplicemente il macchinario andrà in surriscaldamento fino al blocco o alla rottura, mentre se la temperatura è troppo bassa, l'energia di elaborazione verrà consumata e la velocità di funzionamento inevitabilmente ridotta. Ed ecco perché è necessario prestare molta attenzione alla temperatura di lavoro dell’olio idraulico/lubrificante: se non è quella giusta, si possono originare svariati problemi.

L’olio che si surriscalda durante le ore lavorative o che è invece troppo freddo all’avviamento del macchinario rappresenta una difficoltà molto diffusa, trasversale a tutti i settori dell’industria. In qualità di esperti in filtrazione e cura dei fluidi (idraulici e carburanti), abbiamo ricevuto negli anni diverse richieste inerenti alla termoregolazione dell’olio idraulico/lubrificante. Inizia infatti, seppur sempre molto lentamente, a diffondersi una corretta informazione inerente alla cura del fluido: dalla necessità di occuparsi anticipatamente dell’eventualità di possibili guasti, passando quindi per tutti i sistemi di prevenzione, fino all’esigenza di non interrompere la produzione.

Ed ecco perché in GFT - Global Filtration Technology abbiamo realizzato una nuova linea di sistemi per raffreddamento e riscaldamento olio idraulico che funzionano sulla stessa base dei sistemi di filtrazione, ovvero in ricircolo continuo. Rispettivamente, aspirando l'olio e facendolo ricircolare continuamente all'interno del sistema, il nuovo CHILLER FLUX 35 lo raffredda, mentre il suo corrispettivo HEATER FLUX 14 lo riscalda.

Per completezza, bisogna segnalare che in altri settori industriali, in modi diversi ma con lo stesso principio, si gestisce la temperatura di processo.

Tutti i processi produttivi, infatti, necessitano di calore aggiuntivo oppure generano calore in esubero che deve essere dissipato. 

Ecco alcuni esempi:
- un bagno di tempra per l’acciaio deve essere mantenuto freddo, altrimenti il trattamento termico verrà compromesso;
- allo stesso modo, un motore endotermico deve necessariamente dissipare il calore in eccesso, altrimenti si surriscalderà fino a bloccarsi o a rompersi;
- parimenti, il reattore per la produzione di un principio attivo farmaceutico deve essere termoregolato, pena il danneggiamento del prodotto, quindi, a seconda del momento, andrà dissipato o apportato calore;
- l’acqua di alimentazione di un impianto di pastorizzazione per il latte deve essere riscaldata, altrimenti il ciclo di pastorizzazione non rispetterà le temperature corrette, alterando le caratteristiche chimiche e organolettiche del prodotto finale.

Insomma, che si tratti di apportare o di dissipare calore, tutti i processi produttivi appartengono in qualche modo alla grande famiglia del trasferimento dell’energia termica.

Tra tutte le apparecchiature che forniscono utilities di riscaldamento e/o raffreddamento dell’olio, oggi vorremmo presentarvi nel dettaglio CHILLER FLUX 35, che trova la sua applicazione più comune nel raffreddamento di impianti idraulici o di lubrificazione, ad esempio in impianti oleodinamici per gli organi in movimento, su macchine utensili e operatrici che utilizzano azionamenti idraulici oppure anche nelle lavorazioni meccaniche, dove sono presenti diverse tipologie di impianto che necessitano di sistemi di raffreddamento (laminazione, fresatura, marcatura ecc). In tutti questi ambiti, l’olio per gli attuatori idraulici o per la lubrificazione assorbe il calore ceduto dal movimento meccanico o dalle pompe calore che deve essere smaltito affinché l’olio mantenga le opportune proprietà lubrificanti e di viscosità, in quanto una loro alterazione, come specificato in testa al presente articolo, genererebbe danni ingenti a macchinari e impianti. Ecco perché tutti gli impianti di questo tipo sono dotati di un sistema di raffreddamento dell’olio mediante scambiatore di calore aria- olio (altrimenti con scambiatori acqua-olio), che a seconda delle dimensioni e delle caratteristiche dell’impianto può essere di tipo saldobrasato oppure ispezionabile. In GFT - Global Filtration Technology, su richiesta di alcuni clienti, abbiamo quindi realizzato un sistema di raffreddamento aria-olio a elevata efficienza, con massa radiante ad aria forzata tramite ventola. Oltre a raffreddare, CHILLER FLUX 35 filtra anche l'olio, giacché presenta un filtro all'uscita del sistema.

CHILLER FLUX 35 raffredda l'olio a ciclo continuo utilizzando l’aria dell’ambiente, pertanto il rischio che l'olio venga raffreddato più del necessario è pressoché inesistente, ed ecco perché il sistema nasce naturalmente privo del sensore che arresta il sistema al raggiungimento della temperatura desiderata. Se nella versione standard CHILLER FLUX 35 è privo di sensore, è però sempre possibile aggiungerlo qualora l’applicazione specifica lo richieda.

Se vi interessa approfondire l’argomento dei danni dovuti al surriscaldamento dell’olio nei sistemi, vi consigliamo di leggere l’articolo dedicato all’acqua nell’olio. Se vorreste ricevere qualche consiglio specifico inerente alla temperatura olio idraulico nel vostro sistema, oppure se cercate una soluzione specifica di termoregolazione & filtrazione dell’olio idraulico/lubrificante, non esitate a contattare gli esperti tecnici GFT - Global Filtration Technology al .349/596.596.7 o tramite modulo di contatto.

Se vi incuriosisce invece la controparte riscaldante, quindi il modello HEATER FLUX 14, pensato appunto per alzare la temperatura dell’olio idraulico all’avviamento di alcuni impianti, trovate qui la pagina dedicata.
In ultimo, qualora vogliate conoscere meglio GFT - Global Filtration Technology, ecco una selezione di articoli dedicati da quotidiani e riviste di settore in rassegna stampa.

Varnish nell'olio idraulico: cos'e' e come trattarlo

Varnish… di cosa si tratta?

Analizziamo in prima battuta l’etimologia della parola: “Varnish”, sostantivo (e pure verbo) inglese che significa letteralmente “vernice”, intesa come liquido da stendere per proteggere le superfici, ma anche come lo strato duro e lucido formato dal liquido stesso una volta asciutto.

Ed ecco spiegato perché, nel mondo della filtrazione, la parola “varnish” sta a indicare proprio i depositi di residui organici sottili, insolubili, duri e lucidi che si manifestano spesso come un rivestimento di vernice sulle pareti di serbatoi e/o tubazioni. Si tratta, in realtà, di un prodotto del deterioramento dell’olio che può manifestarsi in forme differenti: talvolta risulta simile alla vernice, altre volte a del fango che aderisce a pompe, valvole e basi dei serbatoi. Il suo colore varia dal nero fino al giallo oro, passando per tutte le sfumature del marrone.

Ma quali sono i fattori che determinano la formazione di prodotti di degradazione dell’olio come il varnish? Innanzitutto, l’ossidazione, cioè la reazione tra l'olio e l'ossigeno presente nell'aria, ma anche temperatura e pressione elevate accelerano i processi di deterioramento dell’olio. Infine, i contaminanti: che si tratti di particelle solide, liquide o gassose, i contaminanti reagiscono causando la formazione di prodotti di degradazione dell’olio.

I depositi di varnish sono particolarmente insidiosi, perché si accumulano negli interstizi di lubrificazione restringendoli. Aumentando attrito e temperatura, si verificano così una maggiore usura su cuscinetti, malfunzionamenti nelle valvole e una riduzione dell’efficienza negli scambiatori di calore. È tipico, inoltre, un accumulo del varnish negli elementi filtranti, che devono quindi essere sostituiti con maggiore frequenza.

Tuttavia, per minimizzare i depositi di varnish e rimuoverli senza lasciare residui, i filtri tradizionali dell'olio lubrificante e idraulico, purtroppo, non sono né adatti né sufficienti. I prodotti gelatinosi di degradazione dell'olio, infatti, aderiscono alla superficie del filtro e, dopo un rapido aumento della pressione, la durata di servizio dell'elemento filtrante può ridursi a poche ore soltanto. Dunque, che cosa fare per eliminare efficacemente i depositi di varnish?

In qualità di specialisti in filtrazione, gli esperti tecnici di GFT - Global Filtration Technology hanno studiato a lungo tutte le criticità del varnish, analizzandone le cause di formazione e il “comportamento” in diversi contesti. Dalle perdite nelle valvole di non ritorno all’usura sui cilindri, passando per il surriscaldamento di cuscinetti e scambiatori di calore sembra non esserci limite ai danni che questo fango oleoso, questa “vernice”, può produrre.

Tuttavia, dopo oltre un anno di sperimentazioni, è finalmente imminente il lancio della nuova unità HYDRAULIC BASIC 3 MICROFILTRATION “Varnish Block”, sistema di filtrazione studiato appositamente per l'eliminazione di questi insidiosi composti. Dotata di pompa da 3 litri/minuto (180 litri/ora) e di filtro specifico per micro-filtrazione di profondità fino ad 1 micron, la nuova HYDRAULIC BASIC 3 MICROFILTRATION “Varnish Block” ha mostrato risultati eccellenti nella rimozione del varnish e verrà lanciata ufficialmente da GFT - Global Filtration Technology a gennaio 2024.

Tuttavia è risaputo che, per essere davvero efficace, l’approccio a un problema deve essere multidisciplinare: se con HYDRAULIC BASIC 3 MICROFILTRATION si va ad aggredire il varnish sotto l’aspetto per così dire “meccanico”, tramite cioè la fluidodinamica e la filtrazione, è bene intervenire anche dal punto di vista chimico. Come? Con l’utilizzo di VARNISH STOP, l’additivo specifico da miscelare all'olio presente nel serbatoio dell'impianto, nella diluizione di 20 litri ogni 200 litri di olio. Così facendo, mentre HYDRAULIC BASIC 3 MICROFILTRATION “Varnish Block” va a rimuovere il fango oleoso e lo convoglia nel filtro da un micron, l’additivo VARNISH STOP ne migliora l’asportazione e ne evita chimicamente la formazione futura, per un sistema finalmente libero dai depositi di varnish.

Volete essere certi che si tratti proprio di varnish?
Oppure avete già tentato altre strade per eliminare la “vernice”, ma questa si ripresenta ripetutamente nel vostro macchinario/impianto?
Per capire perché il vostro approccio non conduce ai risultati sperati, chiedete consiglio agli esperti tecnici GFT - Global Filtration Technology: grazie alla loro considerevole esperienza nei più svariati settori e relative applicazioni, sapranno certamente identificare il vostro problema e indicarvi il più efficiente percorso di risoluzione.

Vi interessa sapere di più sull’unità filtrante HYDRAULIC BASIC 3 MICROFILTRATION “Varnish Block” e sull’additivo VARNISH STOP? Qui puoi trovare tutti i dettagli in alternativa compila il  modulo contatti oppure chiama il 349/5965967.

Volete approfondire il tema della contaminazione solida o indagare su cause e conseguenze dell’acqua nell’olio?

Vi suggeriamo di partire con la lettura degli articoli “Contaminazione solida olio idraulico: cos’è e cosa fare” e “Acqua nell’olio: monitorarla e rimuoverla con anticipo”.

Filtri di ricambio per macchine utensili

FILTRI DI RICAMBIO E APPLICAZIONI

Le macchine utensili rappresentano il cuore di moltissimi settori dell’industria manifatturiera: dalla lavorazione al taglio, dalla stampa all’iniezione di plastica, è fondamentale che questi macchinari siano in grado non solo di mantenere costante il loro moto produttivo ma anche di offrire un’affidabilità a 360°.

Per assicurare le performance delle macchine utensili, va da sé che tutti i fluidi coinvolti nel loro funzionamento debbano essere adeguatamente filtrati.

Sul perché l’olio idraulico/lubrificante debba essere sempre in condizioni ottimali, pena il verificarsi di incidenti, guasti e fermi macchina, abbiamo ampiamente discusso in questo articolo, di cui vi caldeggiamo la lettura qualora non foste ancora informati sull’argomento.

Tuttavia, anche gli oli da taglio sono indispensabili nel settore industriale per lubrificare e raffreddare i pezzi lavorati, ma pure per consentire lavorazioni più accurate, favorendo al contempo il rispetto delle tolleranze e raccogliendo pure i trucioli della lavorazione. E indovinate un po’? Per assicurare che tutte queste funzioni vengano svolte a lungo e in maniera efficiente dalle macchine utensili, è essenziale che i fluidi da taglio vengano ben filtrati.

Parimenti, lo stampaggio a iniezione della plastica è utilizzato per la produzione di massa di pezzi in moltissime industrie, ma pure la qualità del processo di stampaggio a iniezione dipende in gran parte dall’affidabilità del sistema idraulico (cioè nuovamente dal processo di filtrazione).
Anche la lavorazione a scarica elettrica, detta pure elettroerosione o EDM, che permette di modificare la materia tramite scariche elettriche ottenendo peraltro dei risultati altamente precisi a prescindere dalla natura del metallo lavorato, garantisce alte performance di lavorazione e finiture perfette… solo quando il fluido dielettrico è stato correttamente filtrato.

Abbiamo già spiegato come salvare riduttori e cuscinetti, anticipando che l'invecchiamento accelerato di qualsivoglia sistema meccanico è tipicamente causato dall'usura che deriva proprio dal degrado e dal particolato di contaminazione nell'olio lubrificante dei componenti mobili.

Polveri nocive, fumi e nebbie d’olio originate dai processi di lavorazione possono invece avere un serio impatto sulla qualità dell’aria che, per ragioni sanitarie e ambientali, deve essere depurata grazie alla cattura degli inquinanti con soluzioni efficienti di filtrazione e separazione.

Le pompe per vuoto, utilizzate, invece, nel campo del trasporto pneumatico in aspirazione e compressione, e impiegate per la movimentazione di materiali in polvere, granulati farinosi come sabbia o cemento, nella lavorazione di materie plastiche, nell'industria alimentare, dell’igiene, chimica e farmaceutica… allo stesso modo fanno affidamento su un adeguato sistema di filtrazione, questa volta dell’aria.

Conseguentemente, senza dover citare tutti i settori e tutte le attrezzature in cui la filtrazione (dell’olio, ma non solo dell’olio, anche del carburante o dell’aria, abbiamo visto) ricopre un ruolo fondamentale, avrete già capito la morale di questa nostra introduzione: la filtrazione è il primo, fondamentale e ineludibile passaggio di manutenzione per qualsiasi tipo di macchinario in qualsivoglia settore.

FILTRI DI RICAMBIO: COME SCEGLIERLI E DOVE TROVARE LE CARTUCCE DI RICAMBIO

Per scegliere il filtro giusto è buona prassi attenersi alle caratteristiche dell’originale, tuttavia la scelta del ricambio originale non è sempre tassativa e ora vi spiegheremo il perché. A volte, su determinati prodotti di alcune marche anche prestigiose, la casa produttrice, a fronte di un prodotto con determinate caratteristiche e performance, può aver operato un discorso di risparmio. Per questioni di budget di prodotto, cioè per abbassare la soglia di prezzo vendita, oppure semplicemente per risparmiare sui costi di produzione, la stessa casa madre può aver scelto di inserire all’interno delle proprie macchine delle cartucce filtranti più economiche, quindi di qualità non ottimale.

Ed ecco perché non sempre proseguire nell’acquisto di cartucce di ricambio originali si traduce in un investimento oculato: perché alla lunga, in termini di manutenzione, l’acquisto di filtri di ricambio originali costerebbe di più a fronte di performance più scarse rispetto, invece, alla scelta di filtri di qualità.

A questo punto vi chiederete: dove si possono trovare cartucce filtro di ricambio alternative per qualunque marchio di macchina utensile con la certezza che si tratti di prodotti migliori rispetto all’originale?

È presto detto: quando si sta male, si chiama il dottore; quando si desidera un nuovo impianto elettrico, si telefona all’elettricista; parimenti, quando si vuole scegliere filtri di ricambio appropriati, ci si rivolge agli specialisti in filtrazione.

GFT - Global Filtration Technology è lo specialista in filtrazione al servizio della salute dei fluidi funzionali degli impianti (siano essi oli idraulici, di lubrificazione o carburanti) e delle macchine utensili in generale. Dopo un confronto informale e approfondito con uno degli esperti tecnici GFT, anche un profano della filtrazione potrà comprendere i criteri giusti con cui scegliere le proprie cartucce filtro.

Grazie a un’esperienza sul campo vasta e trasversale, GFT - Global Filtration Technology può disporre di un’ampia gamma di filtri completi per macchine utensili e a controllo numerico (filtro olio, filtro emulsione).

Tramite GFT è quindi possibile reperire qualunque cartuccia filtro di ricambio alternativa a qualunque marchio di macchina utensile, ma in particolar modo:
- Cartucce filtro olio per centraline oleodinamiche (installate su banchi prova, presse per pressofusione o macchine utensili)
Cartucce filtro olio emulsionato per centri di lavoro o macchine utensili in generale (installate sul circuito alta pressione olio emulsionato)
Cartucce filtro per pompe a vuoto (altrimenti dette pompe per vuoto).

Per completezza, ecco un elenco parziale di costruttori di CNC per i quali GFT dispone di cartucce alternative. E se il marchio della vostra macchina CNC non dovesse esser presente nell’elenco, mettetevi subito in contatto con l’ufficio tecnico di GFT per tutte le informazioni del caso.

BIGLIA, CHIRON, CITIZEN, DOOSAN, FANUC, MAZAK, MORI-SEIKI, QUASER, SUNNEN, TACCHELLA.

Analisi olio idraulico e controllo periodico

Analisi olio idraulico: l’importanza dello stato dell’olio

L’olio idraulico è un mezzo per il trasferimento di potenza all’interno di un sistema idraulico. Attraverso l’olio idraulico, infatti, grazie a pompa e servovalvole, viene trasferita la pressione e attivati attuatori come ascensori, bracci di escavatori, freni idraulici, sistemi di servosterzo e altri.

Tuttavia, le funzioni dell’olio idraulico in un dato sistema non si limitano alla trasmissione di potenza, ma si estendono anche alla lubrificazione del sistema stesso, alla dissipazione del calore all’interno di quest’ultimo e pure alla sua pulizia.

Per valutare qualitativamente un olio idraulico, quindi, occorre considerare principalmente la sua resistenza all’ossidazione sotto pressione e alle temperature di esercizio, ma essendoci diverse tipologie di olio idraulico, dal più semplice olio minerale impiegato a basse temperature e bassa pressione, passando per il più performante olio ad alto indice di viscosità, fino ad arrivare all’olio interamente sintetico, va da sé che i parametri da valutare possono aumentare a seconda dell’applicazione.

Tutti gli oli idraulici sono costituiti da una base a cui vengono aggiunti additivi per rendere il fluido antiusura, detergente e antiruggine, ma nelle applicazioni vicine a fonti di calore importanti, ad esempio, vengono utilizzati anche prodotti cosiddetti “autoestinguenti”, che in caso di incendio sono in grado di spegnersi in autonomia.

Riassumendo, quindi, l’olio idraulico può ricoprire più di un ruolo fondamentale all’interno del sistema idraulico di riferimento e, per il buon funzionamento del sistema stesso, è indispensabile assicurarsi che sia sempre in ottime condizioni.

Proprio così, perché un olio compromesso è un olio che non trasmette potenza come dovrebbe, che non dissipa il calore e che non lubrifica a dovere le parti del sistema, ma che piuttosto le compromette inevitabilmente, creando guasti irreparabili, fermi macchina e, purtroppo, anche pericolosi incidenti.

Analisi olio idraulico: cosa ci dice a proposito della contaminazione

Con una approfondita indagine e con i giusti strumenti di analisi, è talvolta possibile risalire all’evento o agli elementi contaminanti, ma le fonti così come le occasioni di contaminazione dell’olio idraulico sono note da tempo e sempre le stesse all’interno della quasi totalità dei sistemi.

Purtroppo, già sappiamo che non si può fare nulla per scongiurare al 100% la contaminazione dell’olio idraulico, ma è invece fondamentale attuare tutti gli accorgimenti per mantenere il fluido in ottima salute con l’utilizzo di elementi filtranti, macchinari e filtri, ben progettati e di qualità.

Visto che non è possibile evitare completamente la contaminazione solida, diventa infatti ancora più fondamentale tenerla sotto controllo: particelle contaminanti di polvere, plastiche, metalli e sabbia, che giungono dall’esterno nel sistema di lubrificazione attraverso microfratture nelle guarnizioni o che persino possono formarsi anche all’interno del sistema stesso, mettono in serio pericolo i nostri sistemi.

Le particelle non solo possono passare attraverso microfratture su guarnizioni e giunture, ma possono anche essere introdotte involontariamente tramite azioni indispensabili come la produzione di componenti, il montaggio, le procedure di rabbocco, le pratiche di manutenzione e riparazione, ma anche tramite elementi non eludibili come lo stesso ambiente esterno o la ventilazione.

L’esercizio stesso del sistema può produrre contaminazione solida dell’olio idraulico e perfino l’olio nuovo può contenerne (fino a 100 ml di particolato per fusto da 200 litri)… ed ecco perché affidarsi a degli specialisti della filtrazione per un’analisi dell’olio idraulico è sempre la scelta migliore.

Analisi olio idraulico: in cosa consiste, quando e come eseguirla

L’analisi dell’olio idraulico consiste in uno screening in grado di restituire le effettive condizioni del fluido, indicando se è ancora efficiente o se è necessario sostituirlo. Dall’analisi è possibile ricavare informazioni preziose anche sullo stato del sistema in cui opera l’olio, quindi se le prestazioni sono garantite o se occorre intervenire.

Per molte realtà, il momento più strategico per effettuare l’analisi dell’olio idraulico ai propri sistemi è prima degli interventi di manutenzione programmata, per un’azione ordinata e efficace, tuttavia è sempre il momento giusto per verificare la salute del fluido idraulico di un sistema.

L’analisi dell’olio idraulico andrebbe programmata su scala periodica: dato che sappiamo che l’inasprimento della contaminazione è, purtroppo, solo questione di tempo, iniziare a conoscere il proprio olio e la salute del proprio impianto con una prima analisi rappresenta un importante step sul fronte della prevenzione e anche del risparmio.

Prima di tutto, sarebbe quindi saggio prenotare una analisi preliminare, da farsi effettuare in loco da degli esperti, per un primo screening delle problematiche mediante le strumentazioni specifiche per le analisi del fluido. In seconda battuta, in partnership con diversi laboratori certificati, è possibile, se desiderato, anche effettuare analisi chimiche super partes su qualunque tipologia di olio idraulico o acqua-glicole, entrando maggiormente nel dettaglio del problema e, ovviamente, della soluzione.

Affidarsi a degli specialisti della filtrazione come GFT - Global Filtration Technology è la scelta migliore, perché assicurano un’analisi scrupolosa dell’olio idraulico e una vantaggiosa prontezza di soluzioni per quanto riguarda la revisione o la riparazione di qualsiasi tipo di pompa oleodinamica (Parker-Denison-Rexroth-Moog-Eaton ecc..) per il settore industriale o mobile con ricambi originali, nonché il modo più agile per avere accesso a una vasta gamma di soluzioni filtranti altamente specifiche (sistemi di filtrazione, filtri, cartucce, additivi ecc ecc) che possono mantenere la salute del fluido idraulico nel tempo.

Analisi olio idraulico: la filtrazione come soluzione

Non bisogna dimenticare che, quando l’olio idraulico è stato contaminato, i contaminanti possono essere rimossi soltanto tramite un metodo efficace per la cura dell’olio, che spesso coincide con la filtrazione dell’olio stesso.

In quanto specialista in filtrazione, GFT - Global Filtration Technology dispone di diverse macchine filtranti e di diversi approcci a seconda del sistema in cui l’olio idraulico è collocato, del contesto in cui è posizionato il sistema, del quantitativo di olio da filtrare e di diversi altri parametri.

Prenotare un’analisi preliminare dell’olio idraulico con GFT significa che, se dovesse essere necessaria una seconda analisi chimica certificata di laboratorio, oppure l’acquisto di un sistema di filtrazione efficace per quella specifica applicazione, ma anche ricambi di filtri, cartucce o altro, sarà comunque possibile interfacciarsi con un unico referente.

Dalla prima analisi del problema fino alla sua risoluzione più soddisfacente, gli esperti tecnici di GFT sapranno prendersi cura al meglio dell’olio idraulico in qualsiasi contesto applicativo e in qualsivoglia settore. Con una vasta e trasversale esperienza sul campo (consultabile in piccola parte in Rassegna Stampa), GFT - Global Filtration Technology è lo specialista al servizio della salute dei fluidi funzionali degli impianti, siano essi oli idraulici, di lubrificazione o carburanti.

Per prenotare un’analisi preliminare dell’olio idraulico in loco da parte di GFT, per una consulenza sul mantenimento e la cura dei fluidi o sui sistemi di filtrazione più adatti alla vostra applicazione, contattate GFT al 349/596.596.7 o scrivete tramite il modulo di contatto.

Sistemi di filtrazione olio trasmissione

Sistemi di filtrazione olio idraulico: come ridurre al minimo gli effetti della contaminazione negli oli lubrificanti.

Sistemi di filtrazione olio trasmissione, a che servono? Per abbassare la contaminazione dell’olio lubrificante, certamente, ma soprattutto per ridurre al minimo l’impatto abrasivo su ingranaggi, riduttori e cuscinetti, massimizzando le prestazioni e allungando la vita dei nostri macchinari.

L'invecchiamento accelerato dei sistemi meccanici, infatti, è tipicamente causato dall'usura che deriva dal degrado e dal particolato di contaminazione nell'olio lubrificante dei componenti mobili.

SISTEMI DI FILTRAZIONE OLIO TRASMISSIONI: IL CONTESTO
Tra i componenti che soventemente necessitano di olio lubrificante troviamo riduttori/motoriduttori e cuscinetti.

Riduttori e motoriduttori - Le macchine motrici normalmente funzionano ad altissime velocità, spesso incompatibili con le esigenze delle macchine operatrici o degli organi condotti (come generatori di corrente alternata di bassa frequenza, eliche, ruote motrici di locomotive, pompe a stantuffo, pompe centrifughe ecc), perciò si rende spesso indispensabile l’impiego di riduttori di velocità, cioè di sistemi meccanici che provvedono alla trasmissione di potenza, riducendola e modulandola secondo la necessità specifica. Dal nastro trasportatore al robot di precisione in ambito industriale, dall’automobile passando per i treni fino alla macchinina giocattolo di nostro figlio, le applicazioni dei riduttori sono molteplici e parte integrante della nostra vita.

Cuscinetti - Come i riduttori e la loro versione con motore accoppiato, dette motoriduttori (si differenziano in riduttori, motoriduttori, riduttori a vite senza fine, riduttori epicicloidali ecc), anche i cuscinetti (siano essi radiali, obliqui, assiali, a sfere o a rulli) sono largamente impiegati in ambito meccanico e industriale, giacché la loro funzione primaria è quella di ridurre l’attrito tra due oggetti in movimento rotatorio lineare tra loro. Il cuscinetto a sfere, ad esempio, è composto da sfere d’acciaio (elemento volvente del cuscinetto), tenute insieme da una gabbia antiattrito, da un anello interno solitamente in movimento e da uno esterno, questi ultimi entrambi con una pista che funge da canale di scorrimento per gli elementi volventi. Il cuscinetto ha di solito una protezione (metallica contro le polveri o in materiale plastico per evitare le infiltrazioni di liquidi) che vengono posizionate in apposite sedi tra i due anelli per sigillare così le sfere e la gabbia dagli agenti esterni e allo stesso tempo trattenere l’olio lubrificante all’interno del cuscinetto.

La funzione principale dell'olio lubrificante non è solo ridurre l'attrito, ma anche ridurre al minimo l'accumulo di calore tra le parti in movimento, ed ecco perché i sistemi di filtrazione, che preservano qualità e funzionalità del fluido, sono componenti fondamentali per il buon funzionamento e la lunga durata di riduttori, ingranaggi e cuscinetti.

In apertura a questo articolo abbiamo detto che l'invecchiamento accelerato dei sistemi meccanici è tipicamente causato dall'usura che deriva dal degrado e dal particolato di contaminazione nell'olio lubrificante.

Ma come è possibile ridurre l’usura dell’olio in riduttori e cuscinetti? E come può contaminarsi un fluido che è chiuso dentro a una protezione metallica o in plastica?

Nei prossimi due paragrafi risponderemo a queste domande.

SISTEMI DI FILTRAZIONE OLIO TRASMISSIONI: IL PROBLEMA
Esistono numerosi punti per l'ingresso di contaminanti indesiderati nel sistema. Le fonti esterne di contaminazione includono il deterioramento delle protezioni o delle guarnizioni, ma anche procedure di manutenzione improprie. Tuttavia la contaminazione può anche generarsi internamente, spesso derivata dai processi di lavorazione e assemblaggio, ma perfino il fluido originale può contenerne, spesso a causa dell’attrito e del calore, quindi dell’usura di ingranaggi, di scanalature o di altri componenti.

Indipendentemente dalla sua natura, sia essa esterna o interna, la contaminazione da particelle dure nel sistema può causare usura abrasiva, grippaggio o graffio delle superfici di accoppiamento, che a loro volta conducono a tipologie diverse di guasti, tutti inoppugnabilmente catastrofici.

Provate a chiedervi: che cosa succederebbe se l’olio perdesse la sua capacità di raffreddare adeguatamente il cuscinetto dal calore eccessivo generato dalle forze di attrito?

E cosa accadrebbe se l’aumento di contaminante colpisse la capacità lubrificante dell'olio e aumentasse ulteriormente l'usura abrasiva tra gli ingranaggi?

Esattamente: grippaggio per surriscaldamento e fallimento prematuro del componente sono tra gli scenari più probabili, ed ecco perché la chimica dell'olio lubrificante va preservata a ogni costo nell’ottica di evitare fermi macchina, guasti costosi o addirittura irrimediabili.

SISTEMI DI FILTRAZIONE OLIO TRASMISSIONI: LA SOLUZIONE
La filtrazione è l’unica difesa contro l’usura, la contaminazione e tutti i malfunzionamenti dovuti a una compromissione dell’olio: i filtri, infatti, rimuovono anche i contaminanti più piccoli, che parimenti pregiudicano le prestazioni e causano danni ingenti ai macchinari.

Ma, a seconda dell'utilizzo, i componenti da trattare possono anche trovarsi in aree remote, come per esempio piattaforme offshore e parchi eolici, oppure possono essere coinvolti in altri processi industriali che li rendono, di fatto, difficilmente raggiungibili. Inoltre, gli operatori devono poter mantenere i sistemi in funzione e l’olio deve necessariamente essere sempre in buono stato. Dunque? Che cosa fare in questi casi per pulire e mantenere l’olio trasmissione in condizioni ottimali?

Per un'adeguata riduzione della contaminazione dell’olio lubrificante e per ridurre al minimo l’impatto abrasivo, GFT - Global Filtration Technology propone il suo nuovo sistema portatile di filtrazione MINI FLUX 10 GEAR.

La cartuccia filtrante SUPRABLOCK, che equipaggia il sistema MINI FLUX 10 GEAR, si presta infatti perfettamente al mantenimento dei requisiti di lubrificazione e filtrazione dell’olio per la protezione di scatole ingranaggi e cuscinetti.

Il design del telaio del MINI FLUX 10 GEAR è interamente in metallo, durevole nel tempo e adatto a lavorare negli ambienti più gravosi. Il filtro installato è della serie F98 SUPRABLOCK, applicabile a diverse tipologie di oli - minerali, sintetici o ecologici - e in grado inoltre di fornire una lunga durata con prestazioni costanti.

Il MINI FLUX 10 GEAR è disponibile con portata 10 litri/minuto, filtrazione in aspirazione 500 micron lavabile e filtrazione in pressione 10 micron assorbente acqua, telaio provvisto di maniglia per il trasporto e tubi flessibili dotati di lancia in acciaio.

Una volta che la contaminazione è avvenuta (così pure come in fase preventiva), la filtrazione si rivela l’unica difesa contro l’usura e i malfunzionamenti: per scoprire tutti i sistemi di filtrazione olio idraulico firmati GFT - Global Filtration Technlogy, non esitate a contattare i nostri esperti o a telefonare al 349/596.596.7

Acqua nell’olio: monitorarla e rimuoverla con anticipo

Contaminazione Acquosa, acqua nell’olio: come verificare la sua incidenza sul nostro fluido (idraulico, lubrificante o carburante che sia)? E come rimuoverla efficacemente dal sistema?

Gli elementi filtranti SUPRABLOCK WATER REMOVAL GFT sono uno strumento efficace nel controllo dei problemi legati all’acqua all’interno di impianti idraulici, nei sistemi di lubrificazione e anche nel gasolio autotrazione EN590.

Per la corretta manutenzione del fluido, infatti, c’è molto altro da fare oltre alla sola rimozione del particolato: rimuovere l’acqua efficacemente deve essere una priorità assoluta, per questo GFT - Global Filtration Technology ha sviluppato elementi di rimozione dell’acqua in grado anche di bloccare il particolato solido, per apportare significativi benefici alla salute del nostro sistema.

CON SUPRABLOCK WATER REMOVAL È POSSIBILE OTTENERE:
- Una minore usura dei componenti, e di conseguenza meno contaminanti generati dai componenti stessi.
- Una riduzione significativa degli inconvenienti più costosi, come i fermo macchina e le sostituzioni di componenti meccaniche compromesse.
- Una maggiore efficienza della macchina e del sistema nel suo complesso.
- Meno frequenti sostituzioni e smaltimenti di fluido contaminato.
- Un’importante riduzione del rischio relativo a probabili danni irreversibili.

L’ACQUA COME CONTAMINANTE: L’ACQUA NELL’OLIO (IDRAULICO, LUBRIFICANTE O CARBURANTE)
Sia che utilizziate un fluido minerale o sintetico, un olio biologico o anche del gasolio, tutti questi fluidi sono caratterizzati da un punto di saturazione dell’acqua. Sopra questo punto di saturazione, il fluido non può disciogliere o trattenere altra acqua. L’acqua in esubero viene definita acqua libera oppure acqua emulsionata, a seconda di alcune caratteristiche che vedremo insieme tra poco.
Ora è importante sapere che anche solo lo 0,03% di acqua (pari a 300 ppm - parti per milione) è sufficiente a saturare un fluido, e questo spiega perché molti fluidi, idraulici e carburanti, a base minerale o sintetica, a meno che non siano stati appositamente filtrati e trattati in qualche modo, conterranno livelli di acqua superiori al loro stesso punto di saturazione.

I TRE TIPI DI ACQUA NELL’OLIO
L’acqua nell’olio può presentarsi in tre forme: può essere disciolta, libera o emulsionata. L’acqua cosiddetta disciolta è la meno pericolosa (quantomeno nell’immediato) per la salute dei nostri macchinari e impianti: è invisibile in quanto assimilata nella struttura molecolare del fluido (non è cioè distinguibile sotto forma di goccioline d’acqua), si forma in seguito a sbalzi di pressione e temperatura e dallo scambio costante con l’aria umida dell’ambiente.

L’acqua libera e quella emulsionata, invece, sono le due tipologie più problematiche di acqua nell’olio e sono portatrici dei pericoli di corrosione, usura da cavitazione, formazione di schiuma, compromissione dell’effetto lubrificante e, non ultimo, anche dell’accelerazione dell’invecchiamento dell’olio.

Tornando alle due tipologie più pericolose di acqua nell’olio, l’acqua libera si forma principalmente in seguito alla condensa e alle oscillazioni di temperatura: non essendo assimilata nella struttura molecolare, è visibile sotto forma di gocce. L’acqua emulsionata, invece, si presenta come una miscela uniformemente costellata di minuscole goccioline d’acqua nell’olio: il nostro fluido, pertanto, si presenterà torbido, come lattiginoso. Questo tipo di acqua nell’olio è facilmente riconoscibile, tuttavia quando arriva a questo stadio alcuni danni, purtroppo, si sono già verificati. L’acqua emulsionata si forma in presenza di una pessima separazione dell’acqua o di scarse proprietà demulsionanti dell’olio unite a un concomitante ed elevato apporto di acqua (Ad esempio perdita di acqua dallo scambiatore di raffreddamento olio).

COME PROTEGGERE IL NOSTRO FLUIDO DALL’ACQUA NELL’OLIO?
L’acqua è ovunque… e i primi passaggi che portano acqua all’interno del nostro fluido sono proprio lo stoccaggio e la manipolazione del fluido stesso.
I liquidi, infatti, sono costantemente esposti all’acqua e al vapore acqueo durante tante azioni che vedono la loro manipolazione o il loro stoccaggio, basti pensare a quanto è diffuso lo stoccaggio all’aperto di serbatoi e fusti. In quei casi l’acqua si deposita sopra i serbatoi, si infiltra nel contenitore o si introduce quando quest’ultimo viene aperto per aggiungere o rimuovere del liquido. L’acqua può arrivare anche dal cilindro usurato o dalle guarnizioni dell’attuatore, oltre che dalle aperture del serbatoio, ma può giungere a questi punti di ingresso anche quando viene utilizzata, nella sua forma liquida ma anche sotto forma di vapore, per la pulizia del contenitore… e potremmo continuare con questi esempi, perché le possibilità di contaminazione del fluido sono davvero tante e spesso legate a dei passaggi imprescindibili legati alla vita del nostro fluido.

È POSSIBILE EVITARE IL CONTATTO CON L’ACQUA?
Purtroppo è impossibile impedire completamente ogni forma di contatto e di contaminazione, però è possibile limitarne o addirittura azzerarne i danni, monitorando l’acqua nell’olio con largo anticipo e rimuovendola
al momento opportuno, cioè ben prima che si verifichino dei danni irreparabili al nostro fluido, ai nostri macchinari o al nostro sistema.

COME FARE PER RIMUOVERE L’ACQUA NELL’OLIO?
Usare un elemento filtrante GFT come il SUPRABLOCK WATER REMOVAL è un modo efficace per rimuovere la contaminazione da acqua libera dal nostro sistema idraulico. Molto efficiente nel rimuovere l’acqua libera sia dai fluidi a base minerale che sintetica, SUPRABLOCK WATER REMOVAL utilizza come sistema filtrante un copolimero ultra-assorbente. Grazie alla sua elevata capacità di trattenere l’acqua, quando viene attraversato liberamente da un fluido idraulico o lubrificante, intrappola ogni traccia di acqua libera rimuovendola per sempre dal sistema: pensate che l’acqua libera, a quel punto imprigionata, non può essere nemmeno più strizzata via, è davvero catturata per sempre.

Manutenzione gruppi elettrogeni d’emergenza: proteggiamo il diesel

Manutenzione gruppi elettrogeni SCOPRI LE CARATTERISTICHE TECNICHE

Applicato al serbatoio interno di un gruppo elettrogeno cofanato

Dall’inizio degli anni 2000, con la diffusione di internet, data center e sistemi IT hanno assunto un ruolo sempre più importante nelle attività delle aziende. D’altro canto, i servizi IT continueranno a crescere esponenzialmente e saranno sempre più allineati con il business; e con la progressiva scomparsa dei metodi di comunicazione tradizionali, tutta la tecnologia disponibile proverrà dai computer o, più in particolare, dai computer server.

Lo spazio fisico in cui viene collocata l’infrastruttura informatica è chiamato Data Center, o CED, ed è un luogo/edificio con caratteristiche specifiche che fornisce le condizioni ambientali e di sicurezza indispensabili affinché possa operare 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, con un’affidabilità e una disponibilità del 100%, o quasi.
Ad assicurare la continuità di servizio, o per meglio dire la continuità energetica in caso di blackout, a CED e Data Center, sono essenzialmente i gruppi elettrogeni.

I nostri smartphone ad esempio, sono in comunicazione grazie a un ripetitore: per gestire la comunicazione tra due utenti, serve il CED, che è sostenuto da un gruppo elettrogeno nel caso mancasse l’energia elettrica di rete.

Siamo tutti, più o meno consapevolmente, legati al mondo del gruppo elettrogeno: tutti quei motori diesel che vengono utilizzati per la produzione di energia elettrica in emergenza, per la telefonia, l’elaborazione dati, ma anche all’interno dei nostri ospedali, nelle banche, per le celle frigorifere dei centri commerciali, nel settore dei trasporti (via mare, ferroviario e aereo)… insomma, tutti i sistemi che necessitano per la nostra sicurezza di continuità elettrica, sono dotati di gruppi elettrogeni con motori a gasolio.

Uno degli impianti di maggiore importanza all’interno di un Data Center è, come dicevamo, proprio quello elettrico. La continuità elettrica, infatti, è la premessa necessaria per mantenere in costante attività i data center e gli apparati/macchinari di primaria importanza ma, essendo anche l’elemento più critico, può presentare una serie di intoppi, malfunzionamenti o guasti, provocando l’offline dei servizi e ingenti perdite economiche.

Secondo gli ingegneri responsabili della progettazione della catena elettrica in un data center, ma anche per altre situazioni che riguardano la presenza di gruppi elettrogeni d’emergenza, le cause principali dell’interruzione elettrica e della mancata alimentazione, sono essenzialmente due.

La prima causa riguarda gli UPS, gruppi di continuità progettati per l’accumulo di energia elettrica all’interno di batterie che, in caso di assenza di corrente, si attivano per continuare ad alimentare le infrastrutture. Quindi, va da sé che la cattiva manutenzione delle batterie e, a volte, il degrado degli UPS possono portare a problemi non trascurabili, quali l’incapacità di immagazzinare la carica elettrica o di rilasciarla quando necessario, fino ad arrivare ai più eclatanti incendi di natura elettrica (ed ecco quindi spiegato perché le sale di alimentazione che ospitano gli UPS sono spesso separate dalle sale server e dalle stanze delle altre infrastrutture e sono dotate di sistemi antincendio).

La seconda causa principale dell’interruzione elettrica in uno dei contesti succitati è invece il mancato avvio dei gruppi elettrogeni: quando la carica disponibile negli UPS, che di solito non supera i 60 minuti, inizia a scarseggiare, entra in funzione un generatore di backup normalmente composto da alcuni gruppi elettrogeni a motore Diesel. In condizioni ottimali, nel tempo in cui il fabbisogno elettrico è coperto dagli UPS il generatore di backup riesce ad avviarsi, ma durante l’accensione qualcosa può andare storto.

Si perviene così al secondo problema più comune, ossia la mancata accensione del gruppo elettrogeno, dovuto, molto spesso, alla scarsa manutenzione riservata a questo componente. Così, quando l’attività del gruppo elettrogeno diventa di vitale importanza, ci si può accorgere che:

Vi sono dei problemi meccanici o/e dovuti alla qualità del carburante, finora ignorati.

Se si tratta di problemi del carburante, che a sua volta ha compromesso meccanicamente il motore, cosa si può fare? E, soprattutto, come prevenire?

In GFT - Global Filtration Technology, abbiamo affrontato molte situazioni come questa e in settori differenti. Siamo fermamente convinti che in un futuro ormai prossimo, ogni gruppo elettrogeno di emergenza verrà preventivamente dotato di un impianto di filtrazione dedicato.

Volendo rivolgerci a un futuro un po’ più remoto, ma comunque prevedibile, non solo ogni gruppo elettrogeno ma anche ogni motore a bordo di qualunque mezzo sarà dotato di un sistema autonomo di filtrazione a ricircolo con una macchina di filtrazione incorporata.

Il tema della manutenzione gruppi elettrogeni di emergenza è strettamente legato a quello della protezione del carburante diesel, meglio detto gasolio. Le problematiche legate alla qualità del gasolio e alla sua conservazione sono giunte all’onore delle cronache, ma ancora pochi specialisti hanno maturato l’esperienza necessaria per offrire soluzioni di filtrazione e di mantenimento chimico davvero efficienti.

Per questo motivo in GFT ci sentiamo parte attiva di una piccola rivoluzione che apporterà grandi benefici in termini di sicurezza, qualità e continuità del servizio. Lo spreco di risorse, i danni materiali e le perdite causate da un gruppo elettrogeno di emergenza che non entra in funzione al momento decisivo perché alimentato da gasolio non correttamente filtrato e chimicamente inadeguato, possono essere inimmaginabili.

In qualità di Esperti in filtrazione e gestione dei fluidi, sia essi idraulici o carburanti, abbiamo realizzato svariati sistemi di filtrazione estremamente efficaci, e siamo disponibili alla progettazione di sistemi di filtrazione dedicati per ogni applicazione.

Per una consulenza o un preventivo gratuito, contattate GFT al 349/596.596.7 o chiedete aiuto tramite il modulo contatto.

DIESEL DEFENDER 79 inox

Sistema di filtrazione gasolio per cisterne di stoccaggio con unità di controllo
Unità di trattamento e monitoraggio per la qualità del carburante nelle cisterne

Sistema di filtrazione gasolio per gruppi elettrogeni industriali
Trattamento e protezione del carburante per gruppi elettrogeni d’emergenza

Filtri gasolio: fissi e portatili, quali scegliere

Filtri gasolio: grandi alleati della purezza del carburante e salvavita dei nostri macchinari.

Come spiegato più dettagliatamente nell’articolo “Filtro carburante Diesel: nozioni fondamentali”, un’accurata pulizia del gasolio è l’unica, autentica soluzione a tutte le possibili problematiche: non solo a quelle legate alla contaminazione del carburante stesso, ma anche a tutti gli eventuali, concretissimi danni che derivano dall’utilizzo di un fluido compromesso.

Gasolio contaminato con impurità e acqua durante il processo di filtrazione
Rimozione acqua e particolato dal gasolio con sistemi di filtrazione avanzati

Problemi al sistema di iniezione e alla pompa, avvio difficoltoso del motore, spegnimenti improvvisi, accensione della spia del controllo motore, scatti irregolari del mezzo in accelerazione, cali di potenza… sono tutti sintomi di un probabile intasamento del filtro.

Le problematiche relative alla contaminazione, tuttavia, non riguardano solo il settore dell’automotive, chiaramente, ma anche il settore nautico, agricolo, marittimo o d’emergenza, nel caso di gruppi elettrogeni, e più in generale ovunque venga utilizzato il motore Diesel o il gasolio/biodiesel.

Le problematiche legate al gasolio sono tantissime e in continua evoluzione: particolato solido, particolato liquido, ossidazione (invecchiamento), proliferazione batterica (alghe), prodotti dell’ossidazione (morchie appiccicose) che anneriscono il filtro, ecc.

Ma perché questo avviene?

Ne abbiamo già parlato nell’articolo citato in apertura, per cui qui ci limiteremo a dire che essendo il carburante attuale composto fino al 7% da biodiesel, che a sua volta contiene tracce acquose, il nostro gasolio è soggetto ad alterazioni di vario tipo.

Accertato che, con un buon filtro gasolio, è possibile mantenere lo stato ottimale del fluido e dei macchinari che da esso vengono alimentati, sorge spontanea una domanda: come scegliere i giusti filtri gasolio?

La domanda è molto semplice, ma la risposta è più articolata, perché dipende dal tipo di mezzo/macchinario, se si tratta di un serbatoio o di una cisterna, di quale tipo e capienza, delle condizioni di utilizzo ecc.

Tuttavia niente paura, perché gli esperti tecnici GFT sono profondi conoscitori delle dinamiche del fluido, idraulico o carburante che sia, e hanno messo a punto sistemi di filtrazione adatti a qualsiasi tipo di esigenza, risolvendo casi complessi in tutto il territorio nazionale e internazionale su macchinari e nei settori più disparati (a tal proposito, date un’occhiata alla rassegna stampa).

Sistema di filtrazione gasolio per gruppi elettrogeni industriali
Trattamento carburante con filtrazione avanzata per generatori di energia

Facciamo quindi un po’ di ordine tra le tante proposte di filtri gasolio firmati GFT - Global Filtration Technology iniziando con una doverosa premessa: tutti i sistemi di filtrazione realizzati da GFT sono accomunati da una costante, cioè dalla capacità di assolvere al compito richiesto: in altre parole, sono efficienti. Può sembrare scontato che un sistema di filtraggio effettivamente rimuova i contaminanti, ma la verità è che il principale motivo di soddisfazione da parte degli utilizzatori dei filtri gasolio a marchio GFT è dato proprio dall’efficacia, soprattutto se paragonata alle prestazioni di altre soluzioni tentate in precedenza, perché realizzare dei sistemi di filtrazione davvero efficienti non solo è difficile, ma richiede studi specifici e molta, molta esperienza. E visto che il settore dei sistemi di filtraggio è ancora piuttosto giovane, affidarsi a chi si è dedicato da sempre a questo argomento e ha raccolto il suo patrimonio professionale sul medesimo campo come nel caso di GFT rappresenta una garanzia primaria per l’utilizzatore finale.

E questo vale per tutti i modelli, le portate e le condizioni. Nel caso dei sistemi di filtrazione gasolio GFT, tutti dotati di Certificazione CE, possiamo quindi distinguere tra sistemi di filtrazione diesel portatili (carrello di filtrazione gasolio) studiati appositamente per un intervento rapido di filtrazione o travaso del diesel direttamente in loco, e sistemi di filtrazione diesel fissi, realizzati cioè per una filtrazione costante e automatica del diesel contenuto in piccoli serbatoi o in cisterne di stoccaggio.

Sistema di filtrazione gasolio per serbatoi interrati con unità di controllo
Filtrazione gasolio per serbatoi interrati e stoccaggio sicuro

I primi sono progettati soprattutto per interventi di pulizia del serbatoio direttamente a bordo veicolo o imbarcazione, senza necessità di smontaggio, mentre i secondi permettono anche il monitoraggio costante della qualità del diesel che debba rimanere stoccato per lunghi periodi (ad esempio gruppi elettrogeni in servizio di emergenza o depositi di stoccaggio diesel destinato al rifornimento).

I filtri gasolio portatili GFT spaziano dalla più piccola unità di filtrazione Mini Flux 14 Diesel, con una portata appunto fino a 14 litri al minuto (840 litri/ora), filtrazione a 30 micron con separazione acqua e in aggiunta su richiesta la microfibra 10 o 5 micron water separator, fino al Maxi Diesel Flux 140, unità carrellata di filtrazione gasolio e pulizia serbatoi con filtrazione 10 micron con separazione acqua e filtrazione speciale su richiesta in rete in acciaio lavabile a 90 micron.

Sistema di filtrazione gasolio per autocisterne durante il rifornimento
Unità mobile di filtrazione per eliminare impurità e acqua durante il trasferimento del carburante

Con la sua portata fino a 150 litri al minuto (9.000 litri/ora), Maxi Diesel Flux rappresenta il modello di massima portata, troverete anche altre opzioni intermedie, come il best seller Diesel Flux 79 e Diesel Basic 50. Chiudiamo la panoramica dei filtri gasolio parlando ora dei modelli fissi e presentando quindi la serie Diesel Defender, sempre dotata di Certificazione CE. L’unità a portata minima è il Diesel Defender 4 V, con 4 litri/minuto (240 litri/ora), filtrazione a 10 micron water separator, pensato per serbatoi fino a 500 litri. Grazie a questa unità autonoma di filtrazione serbatoi gasolio, il carburante all’interno del serbatoio motore viene depurato costantemente e automaticamente, evitando così la proliferazione di alghe e morchie collose.

Segue il Diesel Defender 79 V, con la sua portata ben più ampia di 79 l/min (4740 litri/ora), filtrazione 10 micron per la separazione dell’acqua o filtrazione su richiesta in microfibra a 5 micron o addirittura 1 micron sempre water separator e pensato per serbatoi per alimentazione motori o per cisterne fino a 30.000 litri. Anche in questo caso, la filtrazione costante è finalizzata al mantenimento di un idoneo livello di pulizia per salvaguardare pompe e iniettori ad alta pressione. Ultimo ma non meno importante, il modello Diesel Defender 79 X, con le medesime caratteristiche del corrispettivo Diesel Defender 79 V ma dotato di una cassa contenitrice in acciaio inox, pensata quindi per l’installazione all’aperto al fine di proteggere il circuito di filtrazione dall’acqua e dagli agenti esterni. Potete vedere tutti i dettagli e le specifiche tecniche dei modelli Diesel Defender nella pagina dedicata ai filtri gasolio fissi.

Sistema di filtrazione gasolio per serbatoi di stoccaggio e distribuzione
Unità di filtrazione per la depurazione e il mantenimento del carburante nei serbatoi

Ovviamente le soluzioni di filtrazione GFT non finiscono qui, quindi nel prossimo articolo vi parleremo dei filtri per rifornimento cisterne diesel.

Per qualunque dubbio o necessità inerente ai filtri gasolio, non esitate a contattare gli esperti GFT al 349.596.596.7 o tramite l’apposito modulo.

Sistema di filtrazione gasolio per serbatoi di stoccaggio e distribuzione
Unità di filtrazione per la depurazione e il mantenimento del carburante nei serbatoi

Pulizia serbatoi gasolio: cosa fare, a chi rivolgersi

Pulizia serbatoi gasolio: puntiamo l’attenzione su un aspetto fondamentale per la conservazione del carburante, cioè l’igiene del suo recipiente, serbatoio o cisterna che sia. Per “serbatoio” intendiamo, infatti, quella soluzione professionale per il rifornimento in continuità di sistemi specifici, come i mezzi agricoli ad esempio, ma anche di tutti quei macchinari che richiedano veloci approvvigionamenti di gasolio per funzionare senza arrestare la lavorazione. Le cisterne per il trasporto, invece, non solo sono costruite con materiali specifici, ma sono inoltre soggette ad altrettanto specifici regolamenti di trasporto su strada.

La pulizia dei serbatoi di qualunque veicolo, soprattutto industriale, necessita di particolare attenzione, sia per mantenere il corretto funzionamento del motore nel tempo, sia per consentirne l’utilizzo in sicurezza.

Come anticipato in questo articolo, il gasolio oggi, essendo composto fino al 7% da biodiesel, si altera nel tempo, dando origine a un’innumerevole varietà di problematiche: particolato solido, particolato liquido, crescita batterica (alghe), ossidazione (invecchiamento del carburante), ripolimerizzazione del Diesel (cioè formazione di morchie appiccicose che si creano quando il gasolio permane a temperature comprese tra i  30 e i 40°C) che causa poi l’annerimento del filtro, ecc ecc.

Ecco perché la pulizia deve essere scrupolosa… e non solo del carburante, vecchio o nuovo che sia, ma anche del serbatoio che si appresta ad accoglierlo.

Quando parliamo di serbatoi/cisterne gasolio è bene sapere che anche questi strumenti, nonostante vengano realizzati con materiali appositi, sono soggetti a usura per via delle caratteristiche del fluido che contengono e che la loro pulizia periodica è fondamentale per ovviare sia alla formazione di condensa, causa di proliferazione batterica, sia ad altre problematiche che possono compromettere il gasolio causando malfunzionamenti.

Ma come effettuare una corretta pulizia dei serbatoi per il gasolio? Chiunque utilizzi una cisterna o un serbatoio gasolio, per uso professionale o privato, sa che la pulizia è un’operazione delicata che richiede totale padronanza, da parte degli operatori, degli strumenti utilizzati come delle norme di sicurezza.

In particolare, l’intervento su serbatoi e cisterne interrati ad uso rifornimento richiede una fase di ulteriore verifica per individuare le opzioni più sicure ed efficaci ma, anche in caso di cisterne esterne o per il trasporto gasolio, è fondamentale rivolgersi a dei tecnici specializzati.

Il fai-da-te, in questi casi, può essere non solo pericoloso, ma anche parzialmente o totalmente inutile.

Discorso diverso per effettuare la pulizia di serbatoi a bordo veicoli industriali o mezzi da lavoro oppure nautici, dove l’impiego di strumenti appositi e di prodotti chimici specifici per questo tipo particolare di manutenzione è tassativamente imprescindibile.

Il solo utilizzo di additivi, infatti, rappresenta spesso un passaggio importante ma non di per sé risolutivo: per una pulizia accurata delle pareti interne di una cisterna è necessario l’utilizzo di specifici macchinari. Queste attrezzature sono studiate e costruite appositamente per sfruttare il principio di Reynolds sul moto turbolento dei fluidi.

La pulizia professionale con queste attrezzature non prevede un contatto diretto con le pareti del recipiente, ma l’utilizzo del diesel contenuto nel serbatoio come fluido di lavaggio. Grazie a particolari pompe in grado di attivare un vero e proprio turbinio all’interno del contenitore e a particolari filtri in grado di micro-filtrare il carburante dallo sporco e dall’acqua, si possono ottenere pulizie approfondite senza necessità di smontaggio del serbatoio.

Solo unendo la forza di attrezzature specifiche e l’utilizzo di additivi in grado di staccare il particolato inquinante dalle pareti interne, è quindi possibile ottenere una pulizia approfondita e sicura.

In qualità di specialisti del fluido, idraulico o carburante, i tecnici di GFT vantano una profonda conoscenza dei principi della fluidodinamica. Pertanto le macchine progettate e realizzate da GFT per la pulizia professionale non solo sono pensate sia per il travaso che per la pulizia del fluido, ma sono soprattutto in grado di generare un moto turbolento, difficile da riprodurre secondo determinati crismi, che è l’elemento principale ed essenziale di una pulizia accurata, specialmente in certe condizioni.

Non tutte le macchine GFT per la pulizia di serbatoi e la filtrazione diesel sono uguali, ma possono variare molto tra loro per caratteristiche e tipo di applicazione (agricola, movimento terra, nautica): per qualunque necessità legata al carburante, dalla pulizia del carburante stesso alla pulizia professionale dei serbatoi, fino alla progettazione e realizzazione di sistemi di filtrazione specifici per il deposito di gasolio o biodiesel, i tecnici GFT sono disponibili al 349/596.596.7 o tramite il modulo di contatto.

Contaminazione solida olio idraulico: cos’è e cosa fare

Contaminazione solida olio idraulico: che cos’è, perché avviene e cosa fare per prevenirla o porvi rimedio.

Secondo indagini indipendenti su sistemi con oli idraulici e lubrificanti, circa l’80% dei costi di riparazione e manutenzione è riconducibile alla contaminazione dei liquidi di esercizio.

Focalizzandoci in particolare sulla contaminazione solida, possiamo dire che è la causa più frequente di guasti e anomalie nel sistema di lubrificazione.

Ma è possibile evitare la contaminazione di particelle solide? E come si verifica? Ebbene, purtroppo non è possibile evitarla completamente, tuttavia la si può (e la si dovrebbe) limitare. I contaminanti solidi sono soprattutto particelle di polvere, metalli, plastiche e sabbia che giungono dall’esterno nel sistema di lubrificazione o che possono formarsi anche all’interno del sistema stesso.

La produzione di componenti, il montaggio, le procedure di rabbocco, le pratiche di manutenzione e riparazione, l’ambiente esterno, la ventilazione, ma anche l’esercizio stesso (l’usura di prodotti di reazione dovuti per esempio a processi di combustione) possono produrre contaminazione solida dell’olio idraulico e perfino olio nuovo può contenere fino a 100 ml di particolato per fusto da 200 litri.

Alcune misurazioni come il test MacPherson hanno dimostrato che sono soprattutto le particelle più piccole di 5 micron (1 micron = 1/1000 mm) ad avere un effetto dannoso sui componenti del sistema, e proprio la concentrazione di tali particelle sottili nell’olio è spesso piuttosto elevata.

Le particelle simili al meato provocano l’usura e di conseguenza guasti alla macchina: già alcune particelle abrasive molto piccole (quali sabbia o polvere) che vengono trasportate dall’olio ai componenti critici della macchina possono restare incastrate nello spazio ristretto tra le parti mobili, formando delle microfratture superficiali che si dilatano ulteriormente in presenza di sollecitazione provocando asportazione del materiale e frattura comminuta (abrasione, usura da fatica).

Il test di MacPherson, effettuato su 10 cuscinetti a sfera, ha dimostrato che quando il lubrificante viene sollecitato in modo controllato con l’attrito provocato da un ingranaggio, e sottoponendo a test i filtri con varie unità filtranti, la rimozione di particelle minori o uguali di 10 micron fa raddoppiare la durata del cuscinetto, mentre la rimozione di particelle minori o uguali a 3 micron la prolunga di quasi 6 volte.

Un filtraggio accurato che ci preservi dalla contaminazione solida, insomma, può rappresentare un autentico salvavita per il nostro sistema.

Le conseguenze della contaminazione solida dell’olio idraulico sono infatti di vario tipo, ma sempre (e inevitabilmente) dannose. Alcune contaminazioni alterano la proprietà dell’olio compromettendone le caratteristiche di trasmissione di energia o forza, la capacità lubrificante, la potenza refrigerante, la protezione dalla corrosione e dall’usura, la proprietà di separazione dell’acqua e dell’aria. Altre contaminazioni accelerano l’invecchiamento dell’olio e il consumo di additivi.

Le tipologie di usura più comuni provocate dalla presenza di particelle nell’olio sono l’effetto sabbiatura (quando cioè le particelle sottili presenti negli oli che scorrono rapidamente si posano sulle superfici o sui bordi di controllo provocando la rottura di altri componenti), l’abrasione (quando le particelle dure tra parti mobili danneggiano la superficie con conseguente perdita di materiale), l’usura da fatica (le particelle dure si incastrano tra le parti mobili formando delle microfratture superficiali che in presenza di sollecitazione si allargano e provocano dei guasti in superficie), la decomposizione dell’additivo e invecchiamento dell’olio (la quantità elevata di particelle riduce il contenuto di additivo. In particolare le particelle provocate dall’usura del ferro, del rame e dell’alluminio accelerano l’invecchiamento o la disgregazione dell’olio e, come già anticipato, entrambe le situazioni influiscono sulle proprietà e sulla durata dell’olio, scatenando una reazione a catena in termini di usura).

Insomma, le ricadute sul nostro sistema possono essere disastrose, e non soltanto perché la durata dell’olio si riduce e sono necessarie frequenti sostituzioni dello stesso. L’usura dei componenti, infatti, aumenta, provocando gravi danni tra cui guasti improvvisi, fermi macchina e cali produttivi a seguire.

Oltre ai nostri disagi produttivi ed economici, dobbiamo poi considerare anche l’incidenza ambientale, con spreco di risorse dovute all’aumentato fabbisogno di olio nuovo, pezzi di ricambio e mezzi di esercizio, e tutto questo senza considerare lo spreco energetico dovuto alla nuova produzione e l’aumento di emissioni di anidride carbonica, visto che per lo smaltimento termico di un litro di olio esausto si formano circa 2,6 Kg di gas serra nocivi.

Come scongiurare questo disastro economico e ambientale? Vi illustreremo ora quali sono le principali misure preventive per contrastare l’aumento delle contaminazioni (e dunque anche gli effetti negativi).

Oltre ovviamente a minimizzare la presenza delle contaminazioni stesse nel sistema di lubrificazione, ecco alcuni suggerimenti fondamentali:

- Conservazione dell’olio in contenitori chiusi e in ambienti idonei.
- Lavaggio del sistema di lubrificazione prima della messa in funzione.
- Filtrazione accurata dell’olio nuovo prima del riempimento nel sistema, giacché l’olio nuovo spesso non soddisfa la purezza dell’olio richiesta. A tal proposito consigliamo una finezza del filtro pari a 2 micron.
- Controllo di pulizia, in fase di installazione e sostituzione, dei componenti macchina.
- Individuazione delle potenziali fonti di contaminazione quali, per esempio, perdite, mancanza di tenuta e ventilazioni dei serbatoi senza filtro.
- In caso di passaggio all’uso di un altro tipo di olio, consigliamo lo svuotamento, il lavaggio e la pulizia accurata del sistema di lubrificazione e del serbatoio.

Una volta che i contaminanti sono giunti nel sistema di lubrificazione, possono essere rimossi soltanto tramite un metodo efficace per la cura dell’olio.

In quanto specialista in filtrazione, GFT dispone di diverse macchine filtranti a seconda della grandezza del serbatoio d’olio da filtrare: le più richieste sono per serbatoi da 100 a 6.000 litri, ma è parimenti in grado di progettare su richiesta sistemi ad hoc per serbatoi dalla capienza superiore.

Si consiglia innanzitutto di prenotare una analisi preliminare, da effettuarsi in loco, in modo da realizzare un primo screening delle problematiche mediante le strumentazioni specifiche per le analisi del fluido.

Vi segnaliamo inoltre che GFT, in partnership con diversi laboratori certificati, è inoltre disponibile a effettuare analisi chimiche super partes su qualunque tipologia di olio idraulico o acqua-glicole ed è specializzato anche nella revisione o riparazione di qualsiasi tipo di pompa oleodinamica per il settore industriale e mobile (con ricambi originali).

Per un consulto sui sistemi di filtrazione più efficaci, contattate GFT al 349/596.596.7 o chiedete aiuto tramite il modulo contatto.

Filtro carburante diesel: nozioni fondamentali

Filtro carburante Diesel: facciamo chiarezza.

Innanzitutto, chiariamo una volta per tutte che, nonostante il suo ingresso nel linguaggio comune e pure in quello degli addetti al settore, Diesel non è il nome del carburante, bensì quello del motore, che prende il nome dal suo inventore Rudolf Diesel.

Il combustibile è naturalmente il gasolio che, come la benzina, è un combustibile fossile derivato dal petrolio, tuttavia nel caso del motore a benzina quest’ultima si accende tramite una scintilla, mentre nel motore Diesel il gasolio si accende grazie alla compressione del pistone.

Chiarito questo diffuso equivoco, possiamo ora eseguire una breve riflessione teorica, considerando che, almeno in linea concettuale, i filtri carburante non dovrebbero nemmeno esistere.

Il distributore di carburante, infatti, dovrebbe erogarci un carburante puro, completamente privo di contaminazioni… almeno in teoria.

La pratica, però, ci dice che le cose non stanno affatto così.

L’origine del materiale inquinante che va a compromettere la purezza del fluido può essere rintracciata negli ordinari processi di trasporto e travaso, ma soprattutto nella condensa che si forma all’interno delle cisterne e nella polvere che penetra dagli sfiatatoi d’aria privi di filtrazione idonea (solitamente semplici retine in ferro).

Il primo nemico in assoluto dei carburanti, infatti, è proprio l’acqua.

Quando il carburante è contaminato, la colpa ricade sempre, e il più delle volte ingiustamente, su chi ha venduto il gasolio.

Eppure, analisi alla mano, il carburante rispetta sempre i parametri descritti dalla normativa europea (EN590 nel caso di gasolio autotrazione)… ma allora, che succede?

Il gasolio oggi, con l’avvento del biodiesel, si trasforma nel tempo, alterandosi.

Le problematiche nel mondo del Diesel sono tantissime e in continua evoluzione: particolato solido, particolato liquido, crescita batterica (alghe), ossidazione (invecchiamento del carburante), ripolimerizzazione del Diesel (cioè formazione di morchie appiccicose che si creano quando il gasolio permane a temperature comprese tra i  30 e i 40°C) che causa poi l’annerimento del filtro, ecc ecc.

Insomma, essendo il carburante attuale composto anche da una percentuale fino al 7% di biodiesel, che a sua volta contiene tracce acquose, se i separatori carburante-acqua non sono efficienti, il motore “beve” questi minuscoli residui aumentando il rischio di danni considerevoli e irreparabili al sistema d’iniezione e alla pompa.

In un veicolo o imbarcazione Diesel il filtro gasolio è posizionato tra la pompa e gli iniettori o, in alternativa, tra il serbatoio e la pompa del carburante. Il compito del filtro carburante Diesel è proprio quello di depurare il carburante da ogni tipo di impurità, trattenendo i contaminanti presenti nel gasolio separandolo anche dall’acqua.

Il filtro diesel, rispetto al filtro benzina, ha un design a cartuccia con una flangia posta lateralmente e, grazie alla sua installazione verticale, svolge un altro importante compito: la separazione dell’acqua causata dalla condensa e dalla scarsa qualità del combustibile.

Dato che il gasolio filtrato e depurato contribuisce ad aumentare sia le prestazioni che la durata del motore Diesel, possiamo quindi dire che il filtro carburante Diesel è un autentico salvavita per il nostro veicolo.

Se, infatti, in estate le alte temperature possono compromettere la qualità del gasolio, parimenti in inverno si possono formare “grumi” (solidificazioni delle paraffine) e ad attutire il colpo di queste alterazioni del carburante c’è sempre lui, il filtro.

Ma come riconoscere un intasamento al nostro filtro carburante Diesel?

È presto detto: se il motore si avvia male, se si spegne durante la guida o se non parte affatto, una delle cause potrebbe essere proprio l’intasamento del filtro.

Allo stesso modo, se si accende la spia del controllo motore, se il veicolo scatta in modo irregolare in accelerazione o se la potenza del motore diminuisce, il nostro filtro potrebbe essere intasato.

Tutte le problematiche relative alla contaminazione non riguardano ovviamente solo il settore dell’automotive, ma anche, ad esempio, il settore agricolo, marittimo, d’emergenza nel caso di gruppi elettrogeni e ovunque venga utilizzato il motore Diesel o il gasolio.

Come dicevamo più sopra, con l’avvento del biodiesel sono sorti problemi nuovi.

GFT è specializzato proprio nella diagnostica, studio, prevenzione e risoluzione delle problematiche legate ai fluidi, idraulici e carburanti, con particolare riferimento alle problematiche del Diesel.

Per la realizzazione di sistemi di filtrazione per il deposito, per la cura dei filtri del vostro parco mezzi o per risolvere efficacemente i problemi legati alla filtrazione del gasolio/biodiesel, ecco il nostro modulo contatto.

Filtro olio idraulico: addio ai guasti da contaminazione

Filtro per olio idraulico, il vero alleato del risparmio. Eh già, perché la contaminazione del fluido, da cui i filtri proteggono, è responsabile fino al 90% di tutti i guasti dei sistemi idraulici.

Sapevate che, secondo gli standard ISO, sono sufficienti appena 500 mg di polvere ambientale, pari a una compressa di comune aspirina, per contaminare un barile da 208 litri di olio idraulico? In sostanza… piccoli contaminanti possono provocare grandissimi problemi!

Di solito tutto comincia con una riduzione del 20% delle prestazioni: se notate un funzionamento irregolare, lento, con sterzate a scatti e deviazioni del cilindro, il vostro impianto potrebbe essere stato danneggiato da una scarsa filtrazione o da una perdita.

Ma questo è solo l’inizio, perché poi subentrano costose riparazioni, fermi macchina, intervalli sempre più brevi tra un’assistenza e l’altra, maggiori costi di esercizio e una riduzione della produttività. Analogamente a qualsiasi sistema meccanico, anche nell’idraulica l’usura è un problema oggettivo.

Molle, guarnizioni e componenti che presuppongono un accoppiamento con una specifica tolleranza possono perdere efficienza o essere danneggiati da una filtrazione scarsa così come dalle perdite.

Oggigiorno, poi, l’ambiente produttivo richiede impianti sempre più efficienti per incrementare le prestazioni idrauliche, e non sono rare tolleranze intorno ai 2 – 5 micron.

Ma come scegliere il giusto filtro per l’olio idraulico? Innanzitutto, è bene capire in che modo avviene la contaminazione che, per i sistemi idraulici, si riduce essenzialmente a due casi: la contaminazione per ingestione e quella per ingresso.

Nel primo caso, lo sporco, la polvere e l’umidità entrano dall’esterno del sistema attraverso sfiati dell’aria non efficienti oppure guarnizioni usurate dello stelo del cilindro durante il funzionamento o la manutenzione. Nel secondo caso, i contaminanti provengono dall’interno, spesso lasciati dai processi di lavorazione e assemblaggio, e sì… perfino il fluido originale può contenerne, spesso a causa dell’attrito e del calore.

La contaminazione può assumere forme differenti (prodotti di invecchiamento dell’olio, ruggine, metalli, silicati ecc ecc), ma tutte possono comportare gravi danni al sistema idraulico. Ecco perché, una volta che la contaminazione è avvenuta, la filtrazione si rivela l’unica difesa contro l’usura e i malfunzionamenti: i filtri per l’olio idraulico, infatti, rimuovono anche i contaminanti più piccoli, che parimenti pregiudicano le prestazioni e causano ingenti danni.

L’adozione di un adeguato filtro per olio idraulico, insomma, garantisce un’estensione della vita del componente e una riduzione dei tempi di fermo, con conseguente calo del costo totale di esercizio.

Vediamo ora le principali tipologie di filtro per olio idraulico:
1) Filtro di aspirazione: rimuove le particelle grossolane libere che entrano nel serbatoio; è noto anche come “setaccio” o “filtro a maglia”.
2) Filtro sulla linea di ritorno: rimuove la contaminazione prima che il fluido idraulico torni al serbatoio.
3) Filtro a pressione: protegge i componenti più sensibili alle pressioni di tutto il sistema.

Una quota considerevole della spesa annuale in manutenzione è costituita proprio dalle riparazioni del sistema idraulico, costando generalmente 2-3 volte in più rispetto alla manutenzione del motore e del sistema di trasmissione.

Questo dovrebbe far riflettere sull’importanza non solo di utilizzare i filtri idonei, ma anche di rispettare i protocolli di manutenzione: proteggere il sistema tramite un adeguato filtro per l’olio idraulico significa infatti proteggere la produttività, ridurre le spese e i tempi di fermo. Dunque, che cosa fare per manutenere al meglio un impianto idraulico? Ecco qualche piccolo consiglio:

- Verificate la tenuta e le aree di pressione dei componenti al fine di individuare eventuali incisioni.
- Controllate la linearità degli steli per evitare contaminazioni e guasti.
- Quando effettuate la sostituzione o il rabbocco del fluido, riempite sempre utilizzando un idoneo sistema di travaso tipo carrello di filtrazione per olio idraulico avente filtro ad alta efficienza

- Affidatevi a degli specialisti sia per la scelta, che per la sostituzione dei filtri: a seconda dell’impianto e del macchinario, esistono spesso più soluzioni… alcune sono efficienti, altre meno. Alcune sono all’avanguardia, altre obsolete.

GFT ha maturato esperienza diretta su tutte le problematiche relative alla sporcizia dei fluidi funzionali, sia degli oli idraulici, ma anche dei carburanti delle macchine, e lo ha fatto in innumerevoli settori, aiutando le aziende di tutta Italia a mantenere in salute il fluido e funzionante il sistema.

Se vi interessa approfondire l’argomento e scoprire come prevenire i guasti, leggete anche i suggerimenti contenuti nell’articolo “Prevenire guasti ai compattatori (e non solo)”.

Per farvi consigliare circa il filtro per olio idraulico più adatto a voi, contattateci via mail, oppure telefonate al 349.596.596.7

Come evitare guasti ai compattatori

Come evitare i guasti ai compattatori? Non sempre ci soffermiamo a pensare al carattere indispensabile di questi mezzi: per lo più, li vediamo transitare lungo le vie della città raccogliendo e compattando i tantissimi rifiuti che gli agglomerati urbani producono quotidianamente.

Raramente realizziamo che si tratta di mezzi unici e insostituibili, giacché dalla loro “salute” dipende anche la nostra, quella di tutti i cittadini. Và da sé che, quando una parte di questi mezzi viene trattenuta per subire delle riparazioni, il processo complessivo di pulizia urbana può accusare numerosi disagi.

Rallentamenti, cumuli di pattume, odori sgradevoli, sporcizia: ecco cosa accade quando più compattatori vengono messi fuori uso per via di malfunzionamenti. Essere informati su come evitare guasti ai compattatori è fondamentale per evitare disservizi, ma prima di entrare nel vivo della soluzione è importante capire bene a che cosa è dovuta la stragrande maggioranza di questi guasti.

A essere troppo spesso non solo trascurata, ma anche sottovalutata, è l’importanza del controllo e della filtrazione dell’olio idraulico dell’impianto oleodinamico dei compattatori per la nettezza urbana. Questa brutta abitudine è causa di malfunzionamenti a pompe e valvole che porta poi ad avere moltissimi mezzi fuori uso. Ma perché questo accade?

Lo sporco e, più in generale, il contaminante che penetrano nel serbatoio tramite lo sfiato d’aria durante le moltissime ore di lavoro del veicolo vanno letteralmente a incastrarsi tra le parti in movimento di pompe o valvole, bloccandole o rompendole irrimediabilmente. Ed ecco che, improvvisamente, il nostro mezzo diventa inservibile. Quindi, come possiamo evitare che i compattatori si guastino?

Ebbene, la cura a tutto questo è una sistematica filtrazione dell’olio idraulico.

Può testimoniarlo anche il nostro distributore del centro-sud Italia che, grazie al nostro sistema carrellato HYDRAULIC FLUX 50 e al nostro CONTATORE DI PARTICELLE ISO4406, offre ad un’importantissima azienda municipalizzata il servizio di analisi della contaminazione e filtrazione dell’olio idraulico in loco. A distanza di pochi mesi dall’inizio della fornitura di questo servizio, la statistica dei guasti è scesa sensibilmente, con grande soddisfazione del servizio di raccolta rifiuti erogato alla città dalla municipalizzata cliente del nostro distributore.

Vi sono poi 4 semplicissimi step pratici da tenere a mente e, soprattutto, da effettuarsi scrupolosamente per evitare guasti ai compattatori… ma di questi vi parleremo nel prossimo articolo: Prevenire i guasti ai compattatori”.

Se preferite mettervi subito in contatto con uno dei nostri specialisti in oleodinamica o se siete il referente di un’azienda municipalizzata e vorreste evitare prima possibile il guasto dei vostri compattatori, scriveteci una e-mail e vi ricontatteremo prima possibile.

Prevenire i guasti ai compattatori

Prevenire i guasti ai compattatori è diventato un problema molto serio negli ultimi anni, soprattutto in epoca covid19, perché questi mezzi forniscono un importante servizio sociale e igienico-sanitario alle nostre città.

Parliamo dei camion della nettezza urbana: mezzi sofisticati, che pesano oltre 12 tonnellate, con casse, cuffie, tramogge e pianali di acciaio di altissima qualità, particolarmente resistente all’abrasione.

Con i loro sistemi di compattazione riescono a comprimere i rifiuti e a liberarci dei tanti scarti che ogni giorno produciamo. Va da sé che prevenire i guasti ai compattatori è essenziale per evitare fermi macchina e costose riparazioni: poco olio nel serbatoio oleodinamico, causato da una perdita di un tubo flessibile danneggiato o serrato male, può sfociare in danni catastrofici perché la pompa, a sua volta, lavorando con poco fluido, rischia di aspirare aria e di danneggiarsi irrimediabilmente.

Ecco quindi che eventuali detriti generati dalla pompa possono andare a danneggiare altri componenti del sistema stesso, come gli steli dei cilindri oleodinamici.

Il segreto per dei compattatori sempre efficienti risiede prima di tutto in una scrupolosa manutenzione programmata: controllare periodicamente questi speciali veicoli aiuta infatti a identificare tempestivamente i problemi meccanici come quelli idraulico-oleodinamici.

Come specialisti in oleodinamica, possiamo entrare maggiormente nello specifico consigliandovi i principali controlli da effettuare a livello idraulico. Si tratta di 4 semplicissimi step, in grado però di fare davvero la differenza. Vediamoli insieme:

1) Innanzitutto, controllate sempre il livello dell’olio nel serbatoio idraulico.

2) Verificate accuratamente che non ci siano perdite d’olio da tubi o dai cilindri.

3) Controllate che la vostra pompa idraulica non subisca una perdita di efficienza. Se notate movimenti più lenti del normale, siate lesti nell’effettuare un controllo più approfondito.

4) Valutate la presenza o meno di graffi sugli steli dei cilindri idraulici, che in caso di buona salute non dovrebbero presentare danneggiamenti.

Se terrete bene a mente queste quattro verifiche, riuscirete a preservare la pompa del vostro compattatore e, cosa ancora più importante, eviterete un rovinoso effetto a catena che potrebbe ripercuotersi pesantemente su tutte le componenti del vostro mezzo.

Prevenire i guasti ai compattatori dovrebbe diventare una prassi consolidata; un piccolo investimento di tempo e, perché no, anche una valida occasione di studio, per fare sì che questi preziosi mezzi giungano al traguardo di un’onorata e lunga carriera.

Come avrete visto, i controlli sono pochi e semplici, ma se avete dei dubbi o se volete approfondire il tema trattato, non esitate a contattarci!

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